Papa Francesco sfida Bolsonaro: «Il fuoco continua a distruggere l'Amazzonia»

Papa Francesco sfida Bolsonaro: «Il fuoco continua a distruggere l'Amazzonia»
di Franca Giansoldati
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Domenica 6 Ottobre 2019, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 14:11

Città del Vaticano – Papa Francesco apre il Sinodo sull'Amazzonia portando all'attenzione del mondo quello che accade in quella zona del mondo. Intere popolazioni sono minacciate dagli interessi dei fazenderos, sotto azioni di disboscamento violento, con la distruzione progressiva dell'habitat e la copertura internazionale goduta da chi sta mettendo in pericolo il polmone verde del pianeta. «Il fuoco appiccato da interessi che distruggono, come quello che recentemente ha devastato l'Amazzonia, non e' quello del Vangelo». Lo ha detto chiaro e tondo nell''omelia della messa a San Pietro. «Il fuoco di Dio e' calore che attira e raccoglie in unita'. Si alimenta con la condivisione, non coi guadagni. Il fuoco divoratore, invece, divampa quando si vogliono portare avanti solo le proprie idee, fare il proprio gruppo, bruciare le diversita' per omologare tutti e tutto».

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Francesco davanti ai padri sinodali ripete che la Chiesa deve evitare «nuovi colonialismi. Quando senza amore e senza rispetto si divorano popoli e culture non e' il fuoco di Dio ma il fuoco del mondo. Eppure quante volte il dono di Dio non e' stato offerto ma imposto, quante volte c'e' stata colonizzazione anziche' evangelizzazione! Dio ci preservi dall'avidita' dei nuovi colonialismi».

Convocare un sinodo del genere non è stato facile. Lo ha spiegato nel 2017 il Papa quando ha fatto presente che occorre trovare «nuove vie per l’evangelizzazione di quella porzione del popolo di Dio, in particolare le persone indigene, spesso dimenticate e senza la prospettiva di un futuro sereno, anche a causa della crisi della foresta amazzonica, polmone di fondamentale importanza per il nostro pianeta».

In pratica vuol dire che il primo scopo è la missione unita alla possibilità di «rispondere alle situazioni di ingiustizia della regione». Poi trovare il modo di affidare a viri probati e alle donne maggiori compiti pastorali e religiosi. Una questione però che sta facendo allarmare la parte più conservatrice della Chiesa, preoccupata per la breccia che si potrebbe aprire in futuro per il sacerdozio femminile o l'abolizione del celibato dei preti. In questo mese di lavori sinodali si capirà come evolve il dibattito interno. La carne sul fuoco è tanta.

Naturalmente non mancano le proteste. Le donne religiose, per esempio, sono tornate alla carica per chiedere il voto al sinodo. Anche stavolta sono previste una ventina di presenze ma senza alcuna facoltà di voto. Di fatto le donne restano sempre escluse e in seconda fila. 

 

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