Parla Lady Sanità: «Dormivo in aeroporto, protetta dai clochard»

Parla Lady Sanità: «Dormivo in aeroporto, protetta dai clochard»
di Raffaella Troili
3 Minuti di Lettura
Lunedì 30 Giugno 2014, 01:23 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 15:47

Un treno per sparire, verso il Sud, in quel bel posto dove a nove anni ero stata felice con pap, e se non basta pi gi, nella terra d’origine, in Sicilia. In cerca di pace. Sola. In fuga da tutto. Ci pensava da tempo, perché andava tutto storto, i suoi occhi lucidi brillavano spesso di dolore, più delle paillettes e dei gioielli, e troppe volte ripeteva «non ce la faccio più».

QUEL VIAGGIO COL PAPÀ

Ha vagato per due giorni per stazioni, dormito per strada, all’aeroporto di Capodichino, a Pompei. «E’ stata una fuga dalla realtà, soprattutto un momento di disperazione. E non ho pensato a nessuno», ripete Maria Stella Giorlandino, ora che è a casa. Ieri è andata a riabbracciare il figlio, a tranquillizzarlo, il ragazzo aveva scoperto la fuga della mamma.

«Mi dispiace di aver fatto soffrire tutti, specialmente mio marito e mio figlio. Ma ci sono dei momenti nella vita in cui sei così disperata che hai bisogno di staccare». Aveva il biglietto per Napoli, ne ha fatto un altro per la Sicilia, la terra del padre, «ma non me la sono sentita di affrontare un viaggio troppo lungo».

Più semplice e confortevole, Pompei, dove era stata a 9 anni, l’aveva portata papà Giuseppe, ne era rimasta così affascinata. E poi lì poteva chiedere la grazia alla Madonna, entrare e uscir dalla chiesa più di una volta. In questi mesi difficili aveva spesso fatto ricorso alla fede; non a caso le persone a lei vicine, avevano pensato a un pellegrinaggio, anche a cercarla in un convento.

Perché la proprietaria di 8 centri Artemisia lab, mercoledì sera era sparita nel nulla, il marito Carlo De Martino, il giorno dopo ha avvisato i carabinieri e pubblicato annunci a pagamento sui giornali. «Mi sentivo perseguitata, ero disperata e ho preso questa decisione all’improvviso - ripete - senza comunicarla a nessuno. Stavo scoppiando, saturata da tante brutte vicende che mi stavano capitando, oltre alle preoccupazioni lavorative e giudiziarie con mio fratello». Non aveva carte di credito, né il telefono, solo un documento e 200 euro forse un cambio, visto che il marito ricorda di averla vista poco prima della scomparsa con un vestito scuro, mentre a Pompei al momento del ritrovamento portava una maglia e un pantalone.

PRIMA TAPPA: GAETA

«Ho dormito per strada, con i clochard che mi proteggevano, ho girovagato in treno e a piedi. Sono scesa a Gaeta, poi a Formia. Sono risalita per andare a Napoli». Una sua personale via crucis, un modo per raccogliere le idee, calmarsi, ritrovare un po’ di pace, pregare. Col treno è arrivata a Salerno, quindi è tornata indietro a Pompei. Amareggiata, triste, è andata più volte dentro la Basilica della Madonna del rosario. «Ho vagato due giorni senza meta, tra i clochard mi sono sentita protetta, mi hanno dato più solidarietà della gente comune. E non ho visto nessuna cartomante», ha detto all’avvocato Stefano Maranella. Stava per arrendersi, la famiglia le mancava, forse quella poliziotta gentile riconoscendola le ha offerto l’occasione per tornare sui suoi passi, alla realtà. «I contrasti giudiziari con mio fratello mi hanno angosciata, delusa tanto, anche perché lui è l’unica persona che mi è rimasta della famiglia d’origine. Gli voglio sempre bene nonostante tutto. E continuerò a sperare nella Giustizia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA