Banchi: «Milano torna ad amare il basket,
Qui si viene per giocare bene e non per soldi»

Banchi: «Milano torna ad amare il basket, Qui si viene per giocare bene e non per soldi»
di Carlo Santi
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Domenica 29 Giugno 2014, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 12:17
Il patto per lo scudetto l’Armani lo ha firmato dal primo giorno della stagione. «Sapevamo di dover convivere la il peso di essere favoriti», ha spiegato Luca Banchi. L’allenatore arrivato da Siena è il primo tecnico a vincere lo scudetto a Milano al primo tentativo. «Ma poco conta quello che ho fatto prima, poco contano i sette titoli conquistati con la Mens Sana. Il merito del successo è dei giocatori - ha aggiunto - Hanno lavorato e hanno completato questo cammino. Il nostro è stato un percorso importante».



È stato, per questa Armani che ha fatto innamorare di nuovo la Milano del basket tornando a vincere lo scudetto dopo diciotto anni, un percorso di sofferenza con una serie finale contro Siena che la squadra lombarda ha rischiato di perdere. L’Olimpia si è aggrappata a Gentile per vincere anche se la squadra era stata pensata per stravincere e due volte, in gara6 ma anche nello spareggio di venerdì sera al Forum, la Mens Sana è stata pericolosissima. Nell’attimo decisivo, nella belle, il trio degli italiani con un’Armani traballante, ha dato la scossa giusta: Gentile, i cinque punti di Hackett e l’attacco di Melli.



«Abbiamo lottato fino alla fine ma non dimentichiamoci che è difficile giocare dieci mesi allo stesso livello». Banchi non ha mai smarrito la fiducia per arrivare al successo. «Anche tornando da Siena dopo gara6 ero convinto che ce l’avremmo fatta. Mi dicevo: voglio vedere cosa c’è in fondo». L’allenatore ha sempre avuto il sostegno della società. «Mi sono sentito protetto da un club coeso e mentre tanti parlavano di altre storie e di tribunali, io parlavo in palestra. A valorizzare tutti l’ho imparato e adesso tutti, dico tutti, escono con un valore aggiunto da questa stagione».



La Milano che adorava le scarpette rosse, quella squadra che aveva vinto venticinque scudetti e visto campioni straordinari indossare la sua maglia, da Cesare Rubini a Dino Meneghin, da Bob McAdoo a Sandro Riminucci, negli ultimi anni si era raffreddata nei confronti della pallacanestro. «La passione milanese non si è mai spenta: si era solo sopita ma con una squadra combattiva, coriacea, tutto cambia». Inversione di rotta con la EA7 che è anche tornata, quest’anno, tra le prime otto squadre d’Europa. Merito certo di Giorgio Armani che ha valorizzato nel campionato di basket il valore del made in Italy ma anche dell’allenatore che non è mai andato fuori dalle righe. «Si viene a Milano non per guadagnare bene - ha spiegato ancora il coach - ma si viene per giocare bene. Sotto questo aspetto, tutti insieme abbiamo fatto un gran lavoro». Nella notte di festa, Banchi ha un solo dispiacere. «La nostra Eurolega non è stata esaltata come avremmo meritato».
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