Patente comprata, calciatore della Juventus e del Torino nei guai: è tra i clienti della cricca?

Patente comprata, calciatore della Juventus e del Torino nei guai: è tra i clienti della cricca?
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Martedì 1 Ottobre 2019, 16:56 - Ultimo aggiornamento: 16:57

Patente comprata, tra i clienti, soprattutto stranieri, della cricca spicca il nome di un noto calciatore della Juventus e del Torino. E anche lui è finito sotto la lente degli investigatori dopo l'indagine che ha portato a 13 arresti, di cui scrive Il Mattino, che ha sgominato la cricca composta da funzionari della Motorizzazione civile di Caserta e da titolari di scuole guida.

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Anche un calciatore di serie A, dunque, sarebbe finito nel mirino degli inquirenti, giocatore forse troppo impegnato negli allenamenti e nelle partite con la Juventus prima, e con il Torino, poi, per poter seguire i corsi di una scuola guida. Anche lui, che ad oggi non ha preso la patente e deve servirsi di un autista, è finito in quell'indagine che, scrive Il Mattino, ha subito uno stop and go, con una fuga di notizie che ha rischiato di mandare all’aria tutta l’inchiesta. Quel giocatore all’esame di guida alla Motorizzazione civile di Caserta non si è mai presentato. Il suo nome, tuttavia, emerge dalle intercettazioni a carico di uno dei procacciatori che si vanta del cliente «vip». Che millantasse? Chissà. Sta di fatto che a un certo punto c’è una fuga di notizie e quel calciatore all'esame di guida non si è mai visto.


È lo stesso giudice delle indagini preliminari a esaminare l’aspetto delle soffiate. «Dal semplice timore di essere intercettati, dal piano delle congetture, insomma, alcuni indagati parlano di informazioni riservate che avrebbero ottenuto sulle indagini sul loro conto»: sono a conoscenza dello spostamento delle indagini da una Procura all’altra, «aspetti obiettivi», scrive il giudice, e parlano di un agente «molto vicino a un magistrato» che li avrebbe rassicurati di essere «disposto a insabbiare il fascicolo». Due indagati, infatti, seppero dell’indagine sulla motorizzazione già nel giugno del 2015. Parlano di un «lui» che li ha informati, di un altro soggetto che «si è occupato dei telefoni», presumibilmente per controllare se fossero intercettati.

Questo è quanto emerso dall'indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e della Polizia di Stato a carico di titolari di autoscuole e funzionari della Motorizzazione Civile di Caserta: tangenti dai 1.300 ai 2.500 euro per il rilascio della patente. L'indagine ha portato ha portato all'arresto di 13 persone su ordine del Gip, otto finite in carcere, cinque ai domiciliari. In manette è finito il 65enne Gaetano Aurilio, ristretto ai domiciliari, ex direttore della Motorizzazione Civile di Caserta, ritenuto dagli inquirenti uno degli organizzatori dell'attività illecita insieme al titolare di una scuola guida di Marcianise, Silvestro Ferraro, 61enne, finito in carcere.

I due indagati avrebbero intascato il denaro versato dalle persone che dovevano conseguire il titolo di guida, trattenendone una parte per sé, e utilizzando il resto per «oliare» il sistema, ovvero per pagare tangenti ad altri funzionari della Motorizzazione che presiedevano agli esami; questi ultimi dovevano garantire la buona riuscita della prova, ovvero truccarla, omettendo controlli sull'identità dei candidati o alterando i verbali di esame.

I titolari delle autoscuole dirottavano inoltre i candidati che avevano versato la tangente verso sessioni di esami più «facili», dove vi erano commissioni esaminatrici formate dai funzionari compiacenti. Chi pagava di più - è emerso - riceveva un trattamento migliore dall'organizzazione: dai filmati girati dagli uomini della Squadra Mobile di Caserta, è stato infatti accertato che un componente dell'organizzazione, il dipendente di un'autoscuola Francesco Iadicicco (finito in carcere), andava a fare gli esami al posto dei candidati che avevano sborsato oltre 2.000 euro di tangente, contando sulla complicità dei componenti della commissione che omettevano di procedere all'identificazione; i candidati che pagavano una cifra inferiore, di circa 1.300-1.500 euro, dovevano andare invece a sostenere personalmente l'esame, ma venivano dotati di una ricetrasmittente fornita da Iadicicco, che suggeriva le risposte alle domande. Nell'indagine sono indagate 49 persone in totale.

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