Post diffamatori nei confronti del sindaco, tre a processo: c'è anche il consigliere Savo

Post diffamatori nei confronti del sindaco, tre a processo: c'è anche il consigliere Savo
di Pierfederico Pernarella
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Domenica 29 Settembre 2019, 15:13
Post diffamatori nei confronti del sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani: tre persone a processo. Tra loro il consigliere comunale e provinciale Vincenzo Savo finito nei guai perché insieme ad un altro, ex dipendente della Multiservizi, condivise un video pubblicato su Facebook.
I fatti risalgono al maggio del 2017, durante la scorsa campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale. In quella circostanza Lello Fiorillo, conosciuto come artigiano del presepe del centro storico, pubblicò sul proprio profilo Facebook un video in cui faceva pensanti insinuazioni sulla condotta morale del sindaco uscente Nicola Ottaviani ricandidatosi per la conferma della carica. Il primo cittadino, in particolare, veniva accusa di azioni non meglio precisate per accaparrarsi i voti. Il tutto senza una straccio di prova alla mercé della gogna social.
Il post offensivo e diffamatorio venne successivamente condiviso da Vincenzo Savo, all'epoca dei fatti candidato al Consiglio comunale nella coalizione a sostegno di Fabrizio Cristofari, sfidante di Ottaviani, e da un ex dipendente della Multiservizi (Rino Perreira).
Partirono le denunce. Ascoltato nel corso delle indagini preliminari, Savo si difese sostenendo che aveva condiviso il video per ragioni elettorali e non diffamatorie nei confronti di Ottaviani. Giustificazione che non ha convinto il pubblico ministero De Cicco che ha disposto la citazione diretta a giudizio di tutte e tre gli indagati. La prima udienza è stata fissata per il 17 gennaio davanti al giudice monocratico e in quella sede il sindaco Ottaviani deciderà se costituirsi o meno parte offesa per il danno d'immagine e morale.
IL PERICOLO DEI SOCIAL
La decisione della Procura di Frosinone di portare a processo non solo l'estensore del messaggio diffamatorio, ma anche chi lo ha condiviso, ribadisce un orientamento sancito più volte in tema di diffamazione attraverso i social network. Un fenomeno sempre più diffuso che viene equiparato dalla giustizia alla diffamazione a mezzo stampa. Coloro che mettono un mi piace o peggio condividono messaggi lesivi della moralità altrui si rendono allo stesso tempo autori della diffamazione: è come diffondere volantini stampati da altri.
P.P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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