Roma, la prova d'identità: Fonseca riparte dal turnover e dal 4-2-3-1

Fonseca e Dzeko (foto Mancini)
di Ugo Trani
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Domenica 29 Settembre 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:15
La risposta è attesa dal Salento: la Roma, dopo la sconfitta preoccupante contro l’Atalanta all’Olimpico, deve subito riabilitarsi oggi pomeriggio (ore 15) contro il Lecce. E soprattutto dimostrare che quello di mercoledì è stato solo un pomeriggio nato male e finito peggio. Allo stadio di via del Mare va insomma cancellata ogni perplessità venuta a galla nella sfida contro i nerazzurri di Gasperini. Quel ko ha lasciato il segno: Fonseca non ha convinto nella preparazione e nella lettura del match. La timidezza, la stessa con cui i giallorossi sono scesi in campo nel derby, ha reso vulnerabile l’assetto, cambiato addirittura tre volte (4-2-3-1, 5-3-2-1 e 4-2-4) dall’allenatore. Guarda caso, proprio tornando alla partita pareggiata contro la Lazio, l’atteggiamento rinunciatario ed estremamente difensivo non ha pagato: solo 1 gol segnato in 2 partite e appena 1 punto conquistato. Il portoghese, pur difendendo la sua strategia (ha garantito che in futuro potrebbe riproporre la difesa a 3), non ha certo rinnegato il suo credo tattico che privilegia l’aggressività e il coraggio. Che garantiscono l’efficacia, evaporata nel turno infrasettimanale. Lo stile, insomma, non si tocca, anche se qualche accorgimento, in fase di non possesso palla, va perfezionato per evitare altre sbandate pericolose nella corsa alla zona Champions. 

ENNESIMA ROTAZIONE
Fonseca, ammettendo di aver visto qualche interprete stanco già mercoledì contro l’Atalanta, è intenzionato a cambiare formazione pure contro il Lecce. A dir la verità, come spesso è accaduto nelle partite precedenti, non ne può fare a meno. Spinazzola ha recuperato, entrando nella lista dei 22 convocati dove ancora non sono presenti Zappacosta, Perotti e Under (più Cetin). il turnover, nella circostanza, dovrebbe coinvolgere qualcuno dei 5 che nelle 6 partite (compresa quella di Europa League contro il Basaksehir) è sempre partito dall’inizio. Fazio è pronto a riposare, lasciando a Mancini il posto di centrale accanto a Smalling. Ballottaggio tra Cristante e Veretout per far spazio a Diawara. Gli intoccabili, se uscisse Cristante al quale l’allenatore difficilmente rinuncia, rimarrebbero Pau Lopez, Kolarov e Dzeko, cioè il portiere titolare e i leader del gruppo. Pellegrini è disponibile, Kluivert e Mkhitaryan possono sfruttare la nuova chance con la possibile esclusione di Zaniolo. Al massimo,dunque, quattro innesti.

NESSUN MURO
Liverani incrocia per la prima volta la Roma da allenatore. E lo fa a viso aperto. Fonseca, quindi, sa che il collega non appartiene alla categoria dei catenacciari. Cioè la sua squadra gioca e fa giocare. Il 4-3-1-2 è chiaramente propositivo, anche se le assenze di Farias e Lapadula possono penalizzarlo in avanti. Il pari, lo ha detto proprio l’allenatore anche in pubblico, va bene al Lecce che finora, in 5 partite, non ha mai conosciuto questo risultato. In casa le 2 sconfitte contro il Verona e il Napoli, fuori, dopo il pesante ko al debutto contro l’Inter del salentino Conte a San Siro, i successi meritati contro il Torino e la Spal. La difesa è abbastanza fragile: già incassati 11 gol. E, guarda caso, sbanda nella mezz’ora iniziale: 4 reti prese, come nessuno in questo torneo. La Roma, solo una sconfitta allo stadio di via del Mare (nel 2012, con Luis Enrique in panchina), deve confermare il trend che l’ha accompagnata fino alla terza giornata: 7 gol su 10, realizzati nei primi 30 minuti. Con la partenza lanciata si va sul sicuro. Anche perché Pau Lopez, 7 delle 9 reti, le ha subite dopo l’intervallo. 
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