Scontrino da 430 euro, chiuso e subito riaperto il ristorante a Roma

Scontrino da 430 euro, chiuso e subito riaperto il ristorante a Roma
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Sabato 28 Settembre 2019, 13:54 - Ultimo aggiornamento: 18:41

È rimasto chiuso solo cinque ore, il pomeriggio di venerdì 27 settembre: oggi il ristorante Antico caffé di Marte di Roma, dove due turiste giapponesi hanno pagato a pranzo un conto di quasi 500 euro - ha riaperto i battenti. I titolari hanno chiesto e ottenuto la riapertura del locale a patto di liberare il marciapiede da sedie e tavolini irregolari. Resta, invece, da pagare la sanzione economica, da migliaia di euro, per quegli 80 euro di mancia “obbligatoria” aggiunti al conto, già salatissimo.

Roma, chiuso il ristorante dello scontrino da 430 euro alle due turiste giapponesi

 




Lo scontrino di 429,80 euro per due piatti di spaghetti al pesce e una bottiglia d'acqua consumate in un pranzo a metà settembre era stato postato dalle turiste sui social, in breve era diventato virale. Il giorno dopo la denuncia del maxiscontrino, pubblicata dal Messaggero, la polizia locale di Roma è intervenuta nell'esercizio di via Banco di Santo Spirito, anche su indicazione del Campidoglio, per verificarne le eventuali irregolarità. Il ristorante era stato già chiuso per cinque giorni, nelle scorse settimane, per i tavolini all'aperto sistemati oltre la superficie autorizzata dal I Municipio. 

Venerdì mattina 27 settembre la polizia locale del I gruppo si è trovata di fronte allo stesso problema, sospendendo la licenza al locale per altri cinque giorni. Ma il vero obiettivo dei caschi bianchi erano ricevute e scontrini, da verificare e da confrontare con i prezzi indicati nel menu che viene mostrato ai clienti. Uno, in particolare, il documento finito all'attenzione dei vigili: quello immortalato dalle due giapponesi e pubblicato su Facebook. Una voce in particolare ha attirato l'attenzione: quella voce mancia, peraltro da ben 80 euro, che in alcun modo può essere inserita nel conto, tantomeno essere imposta ai clienti. Ora quella mancia rischia di costare cara ai gestori: una sanzione amministrativa da un migliaio di euro, che si aggiungerebbe ad altri problemi minori riscontrati dai vigili durante il sopralluogo, per i quali è stato chiesto ai proprietari di esibire alcuni documenti. Il conto, questa volta sotto forma di multa, potrebbe arrivare fino a quattro-cinquemila euro.

La polizia locale ha assicurato che  il ristorante continuerà ad essere controllato tutti i giorni. 
Ma l'episodio scatena le polemiche sul malcostume che spesso, anche a Roma, colpisce i clienti di pubblici esercizi nelle aree a grande afflusso turistico. Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma, chiede «la possibilità di prevedere una sanzione elevata insieme alla sospensione della licenza nei confronti di quegli esercenti che si prendono gioco della clientela». Con questi comportamenti, «oltre a respingere di fatto la clientela, che va invece coccolata e invitata a tornare, si denigra l'immagine di Roma nel mondo», sostiene Carlo Cafarotti, assessore capitolino al turismo. «Alcuni ristoratori, invece di partecipare allo sviluppo del territorio, puntano solo ad accaparrarsi più soldi possibile, in ogni modo, finendo per danneggiare il centro storico», spiega Sabrina Alfonsi, minisindaca del I Municipio.

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