Ius culturae, riparte il ddl alla Camera: M5S e Pd uniti, gelo nel centrodestra

Cittadinanza agli stranieri, riparte alla Camera il ddl sullo ius culturae. M5S e Pd uniti
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Venerdì 27 Settembre 2019, 19:05 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 08:27

Riparte alla Camera l'esame del ddl sullo ius culturae che mira a riconoscere la cittadinanza italiana al minore straniero entrato in Italia entro i 12 anni e che abbia frequentato regolarmente un percorso formativo per almeno cinque anni nel territorio nazionale. Il ddl riparte dalla Commissione Affari costituzionali e questa volta con buone possibilità di approvazione, visto il cambio di maggioranza parlamentare. Il testo era stato incardinato un anno fa in quota opposizione, ed ora il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia (M5S) lo ha reinserito in calendario per giovedì prossimo, 3 ottobre. 

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Una decisione presa proprio nel giorno in cui il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, ha sollecitato l'approvazione della legge. Nell'ottobre 2018 Leu aveva ottenuto l'incardinamento in Commissione del ddl di Laura Boldrini, che riproponeva la legge naufragata in Senato nella scorsa legislatura dopo il sì della Camera. Il ddl Boldrini prevede sia lo ius soli, cioè l'acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei bambini nati in Italia da genitori stranieri regolarmente residenti nel nostro Paese, sia lo ius culturae. Una legge richiesta sin dal 2007 dalle associazioni cattoliche, dalle Alci agli scout, e dalle associazioni impegnate in favore dell'integrazione.

La netta opposizione della Lega lo aveva bloccato. Ora la maggioranza è cambiata, il relatore dell'anno scorso, Roberto Speranza, è andato al governo, e Brescia, da sempre impegnato in favore dell'integrazione, ha tenuto per se il ruolo di relatore. Anche Matteo Orfini (Pd), ha riproposto il testo della scorsa legislatura, mentre Renata Polverini (Fi) ha depositato un ddl con il solo ius culturae. E Brescia annuncia che ci sarà anche una proposta di M5s, come aveva fatto nella scorsa legislatura. Allora però non appoggiò la legge né alla Camera né al Senato a fine legislatura, quando Ncd si rifiutò di votarla. Quel passaggio provocò una tensione tra Matteo Renzi, che chiedeva al governo la fiducia, e il premier Paolo Gentiloni.

 


«Se per tagliare i parlamentari ci vogliono solo due ore, come dice spesso Di Maio - ricorda Orfini alla maggioranza e incalzando da sinistra il proprio partito - per fare lo ius soli ci vogliono solo pochi giorni. Pochi giorni per restituire un diritto negato a tante persone. Ieri ho fatto una proposta e sono stato attaccato da Salvini, da Fontana, dalla Santanchè, dalla Meloni, dalla Gelmini. Che ne dite, lo facciamo o ci spaventiamo di Salvini?». Una richiesta sostenuta dal capogruppo Dem al Senato, Andrea Marcucci. Anche Riccardo Magi (+Europa) plaude alla ripartenza: « l'attuale legge sulla cittadinanza è anacronistica, non tiene conto di un'Italia che già c'è, fatta di persone che è giusto abbiano diritti e doveri da cittadini».

Brescia evita i toni emotivi: «Siamo ancora all'inizio ma credo si possa lavorare per introdurre lo ius culturae».
Come? il presidente della Commissione, che sarà anche relatore indica un metodo: «Serve una discussione che metta all'angolo propaganda e falsi miti, guardi in faccia la realtà e dia un segnale positivo a chi si vuole integrare». Brescia è dell'ala vicina al presidente della Camera Roberto Fico, e dovrà accompagnare tutto M5s su questa linea. Una linea, quella che sta adottando la maggioranza, che sarà apprezzata dalla Cei, specie dopo le tensioni dei giorni scorsi sull'aiuto al suicidio. Silenzioso, per ora il centro-destra che nella grande maggioranza è contrario al provvedimento. «Folle rilanciare lo ius soli mascherato da Ius culturae», commenta a caldo Maurizio Gasparri di FI. 

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