M5S, vertice con ministri e vice 5Stelle: Di Maio serra le fila

M5S, vertice Di Maio con ministri e vice 5Stelle
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Venerdì 27 Settembre 2019, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 21:01

Vertice M5S questo pomeriggio alla Farnesina con il ministro e capo politico del Movimento Luigi Di Maio. Alla riunione sono stati convocati ministri e viceministri del M5S.

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Un vertice in piena regola, convocato dal capo politico del M5s alla Farnesina non appena rimesso piede in Italia dopo la trasferta all'Onu. Luigi Di Maio chiama a raccolta gli esponenti del Movimento nel governo, uno per dicastero, che sia ministro, viceministro o sottosegretario. C'è da fare il punto sulla legge di bilancio e sui prossimi progetti di legge con Di Maio che chiede a ciascun componente del governo di mettere sul piatto il principale provvedimento attinente la sua materia. Ma non solo. Durante la sua assenza, infatti, a Roma qualcuno ha tentato di montare la rivolta degli scontenti attorno al documento, firmato da 70 senatori, in cui si chiede la revisione dello Statuto nella parte relativa alle funzioni e composizione del ruolo di capo politico. Nulla di più di quanto già assicurato alle truppe parlamentari dal capo politico con la promessa di creazione del team dei facilitatori, ma tanto basta. Al vertice la questione non sarebbe stata affrontata nonostante l'atmosfera tra gli eletti, scossi dal repentino cambio di fronte governativo e sui territori, dalle mosse di Matteo Renzi, dalla competizione prima per la nomina dei ministri e poi per la designazione dei nuovi capigruppo in Parlamento, sia tesissima. Per domenica un gruppo di scontenti per l'accordo con il Pd, tra cui il consigliere del Lazio, Davide Barillari, ha deciso di lanciare un nuovo raduno a Firenze. Sarà il secondo atto di una prima riunione che si è già tenuta a Bologna ad inizio mese.

L'obiettivo è quello di fare massa critica con gli eletti nei territori e con quanti, della base, si sono espressi con un No alla consultazione su Rousseau sulla nuova alleanza. Lo stesso Barillari, già in rotta con gli altri consiglieri pentastellati e con la capogruppo Roberta Lombardi per la stessa ragione, ha invitato a discutere della questione in occasione dell'assemblea M5s regionale convocata per sabato. «Il giorno dopo - annuncia in un video - faremo un passo in avanti: ci troveremo in tanti portavoce di tutta Italia ed attivisti, per dire che coerenza e intransigenza restano valori fondamentali del M5s e che un accordo con la Lega prima e il Pd poi ci sta facendo perdere la nostra bussola». In questo clima va anche in scena un litigio via social tra il senatore critico per l'alleanza con i dem, Gianluigi Paragone, e il viceministro Stefano Buffagni. Il primo lo accusa di «fare lingua in bocca col Potere» per aver preso parte ad un convegno di Jp Morgan, l'altro gli risponde a brutto muso rinfacciandogli mesi di «fango immotivato» che gli avrebbe lanciato «alle spalle». Poi taglia corto: «lingua in bocca io non vado con nessuno, non so tu...». Ma non basta, Buffagni ironizza sulla possibile scissione di Paragone («sono certo che nonostante tu abbia annunciato le dimissioni continuerai il tuo lavoro quale senatore M5s») ma invita tutti a smettere di «denigrare» il Movimento. Quanto poi al ruolo del capo politico Buffagni ricorda: Luigi «sta lavorando per allargare la segretaria. L'ha già proposto, si sta lavorando in quella direzione». Anche sul vincolo mandato ricorda che il M5s «ha sempre avuto la stesa linea». Dunque, «se qualche parlamentare ha dei problemi è legittimo, si discute, ma andar via è sempre un atteggiamento poco costruttivo». La pensa così anche il senatore M5S Cataldo Mininno dato in fuga verso Salvini. «Non intendo lasciare il Movimento» e poi «accostarmi alla Lega è anche singolare: sono un meridionalista».

 

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