Per ricostruire la vicenda occorre tornare indietro di qualche anno, al 2016 quando la Commission nationale de l'informatique et des liberté, l'equivalente del nostro Garante alla Privacy, aveva inflitto a Big G una sanzione da 100mila euro che si era rifiutato di rimuovere alcuni contenuti su utente anche dalle ricerche condotte su scala globale, incappando - a detta delle autorità francesi- in una violazione del "diritto di essere dimenticato" di un cittadino UE.
Successivamente, il gruppo ha fatto appello, ottenendo il parere favorevole dei giudici del tribunale europeo con una sentenza che non potrà essere impugnata.
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