Monte Bianco, ghiacciaio Planpincieux a rischio crollo: è grande come un grattacielo

Evidenziata dai segni gialli la frattura nel ghiacciaio Planpincieux che sta per crollare
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Martedì 24 Settembre 2019, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 07:04

Una maxi valanga di ghiaccio di 250 mila metri cubi, grande come un grattacielo di medie dimensioni, potrebbe cadere a breve dalle Grandes Jorasses, lungo il versante italiano del massiccio del Monte Bianco e raggiungere la Val Ferret di Courmayeur, una delle perle turistiche delle Alpi. Nella settimana in cui in varie parti d'Europa gli ambientalisti celebrano i 'funeralì dei ghiacciai scomparsi in coincidenza con il Forum sul clima a New York, sulle Alpi valdostane un altro 'grande malatò sta per collassare: una parte del ghiacciaio Planpincieux ha accelerato la sua 'corsà a valle, spinto dall'acqua sottostante, raggiungendo la ragguardevole velocità di 60 centimetri al giorno. A monte dell'area in movimento si è anche aperto un grande crepaccio che potrebbe favorire il tracollo dell'intero volume.

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Il Comune di Courmayeur ha disposto, a partire da questa sera, la chiusura della strada comunale che potrebbe essere parzialmente interessata dalla caduta. «I centri abitati e le strutture turistiche non sono a rischio», spiega il sindaco Stefano Miserocchi, che ha comunque fatto evacuare precauzionalmente alcune baite. In alcune fasce orarie giornaliere sarà anche possibile per i residenti, i proprietari di immobili e i titolari di attività percorrere la strada comunale «con monitoraggio in tempo reale del mantenimento di ragionevoli condizioni di sicurezza». Delle guide alpine sorveglieranno i movimenti del Planpincieux. Si sta anche predisponendo una viabilità alternativa per accedere alla valle, che potrebbe essere operativa da venerdì.

A segnalare il rischio del crollo sono state le strutture tecniche della Regione Valle d'Aosta e della Fondazione Montagna sicura, che sta monitorando il fenomeno dal 2013, in collaborazione con il Geohazard Monitoring Group del Cnr-Irpi di Torino, centro di competenza nazionale. «Quello di Planpincieux è un ghiacciaio di tipo temperato la cui dinamica è fortemente influenzata dalla quantità di acqua presente alla base del ghiacciaio come dimostra il fatto che, durante i periodi in cui la copertura nevosa è consistente, le velocità superficiali del ghiaccio diminuiscono sensibilmente», spiegano i ricercatori. Purtroppo però ad oggi non esistono modelli o metodi empirici che permettono la «previsione quantitativa» e nemmeno l'individuazione precisa dei tempi.

«Tali fenomeni testimoniano ancora una volta come la montagna sia in una fase di forte cambiamento dovuto ai fattori climatici, pertanto è particolarmente vulnerabile», aggiunge il sindaco Miserocchi che quest'anno ha dovuto fronteggiare un'altra emergenza sul ghiacciaio Whymper, che minaccia di cadere, sempre nella zona delle Grandes Jorasses. Due fenomeni che, dopo una calda estate come quella appena trascorsa, svelano quanto i ghiacciai siano le sentinelle più sensibili ai cambiamenti climatici, denunciati in questi giorni a New York da Greta Thunberg. E proprio sulle Alpi queste preziose riserve idriche si sono dimezzate in un secolo e con le temperature attuali tutte quelle sotto i 3.500 metri rischiano di sparire entro il 2050. Dal Monte Bianco alla Dolomiti, dove il ghiaccio della Marmolada - secondo una ricerca del Cnr - ha ancora solo 25 anni di vita

 

 

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