Bankitalia, Panetta: più investimenti e taglio costo del lavoro per far crescere il Sud

Bankitalia, Panetta: più investimenti e taglio costo del lavoro per far crescere il Sud
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Sabato 21 Settembre 2019, 17:25 - Ultimo aggiornamento: 19:24
«Se non riusciremo a portare il Mezzogiorno su un sentiero di crescita robusto, duraturo non ci potrà essere vero progresso per l'Italia. E' un obbligo verso un terzo dei cittadini italiani, cui vanno garantiti servizi adeguati, diritti, opportunità». Lo afferma il direttore generale della Banca d'Italia Fabio Panetta all'inaugurazione a Foggia della Valoridicarta, società che produce carte filigranate anticontraffazione per la produzione di banconote e documenti di riconoscimento, partecipata dal Poligrafico e dall'istituto centrale. Secondo Panetta cui «è anche un problema per tutta l'economia nazionale: un Mezzogiorno stagnante comprime il mercato domestico, a danno anche dell'economia del Centro Nord». «Il ritardo economico del Sud è al tempo stesso inaccettabile e ingiustificabile», insiste Panetta.

«Inaccettabile - aggiunge - perché non consente a un terzo della popolazione italiana di godere appieno di diritti, opportunità, prospettive che lo Stato deve garantire a tutti i cittadini. La mancanza di lavoro sta inducendo persone giovani e preparate a emigrare, con costi economici e sociali che condizionano le prospettive di crescita e di progresso. Ingiustificabile perché le ricchezze culturali, ambientali, di capacità produttive inespresse presenti nel Mezzogiorno possono e devono essere utilizzate per il rilancio dell'economia dell'intero Paese. Lo sviluppo dell'economia meridionale offrirebbe un mercato di sbocco, un volano di crescita anche per le produzioni di altre aree, avviando un circolo virtuoso di investimenti e crescita sia al Sud sia al Centro Nord».

«Le nostre stime indicano che un aumento degli investimenti pubblici accompagnato da misure volte a ridurre il costo del lavoro rafforzerebbe l'aumento dell'occupazione» al Sud «rispetto a quanto ottenibile agendo sui soli investimenti», afferma ancora il direttore generale di Banca d'Italia secondo cui «la via maestra per sostenere l'occupazione è una riduzione del costo del lavoro da attuare nel rispetto degli equilibri delle finanze pubbliche». «Un taglio del cuneo fiscale al Sud pari all'1 per cento del suo Pil - una riduzione di circa 2 punti percentuali dell'aliquota fiscale e contributiva pagata dalle imprese - favorendo l'aumento della domanda di lavoro, avrebbe effetti espansivi sulle ore lavorate totali, pari all'1,4 per cento».

«L'attività economica beneficerebbe, soprattutto nel medio termine, del rafforzamento dei consumi, dell'accumulazione di capitale, dell'accresciuta competitività. Il Pil del Mezzogiorno potrebbe aumentare fino all'1,2 per cento - prosegue Panetta -. E sugli investimenti, un incremento di quelli pubblici nel Mezzogiorno pari all'1 per cento del suo pil per un decennio, ossia 4 miliardi annui, avrebbe effetti espansivi significativi per l'intera economia italiana. Sebbene lo stimolo pubblico ipotizzato abbia dimensioni ridotte rispetto all'economia del Centro Nord, le simulazioni di Bankitalia indicano che il Pil di quest'area potrebbe aumentare fino allo 0,3 per cento».

Banca d'Italia torna poi a chiedere il consolidamento delle banche al Sud. «Un loro consolidamento - spiega Panetta - potrebbe consentire di realizzare economie di scala e di diversificazione e di mettere a fattor comune le conoscenze sull'economia reale. L'obiettivo non deve essere quello di ricreare banche del territorio, i cui limiti sono apparsi evidenti con la crisi». Servono istituti «operanti alla frontiera dell'efficienza e in grado di far ricorso alla tecnologia». 

 
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