Rieti, «Vendo o spendo? Ho già speso,
ora vendo». Il presidente Curci
risponde ai tifosi che lo attaccano.
«La mia presidenza è finita a Caserta,
domani me ne starò a casa»

Alberto Mariani e Riccardo Curci (Foto Ferroni)
di Marco Ferroni
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Sabato 21 Settembre 2019, 13:37
RIETI - «Spendo o vendo? Vendo, questo è certo, ma non si dica che non abbia speso, perché negli ultimi cinque anni il Rieti lo ha gestito il sottoscritto, la sua famiglia e le sue aziende. Punto».
Chiaro e sibillino, Riccardo Curci, presidente irritato dallo striscione che nella serata di ieri parte della tifoseria gli ha fatto trovare esposto sulle cancellate d'ingresso dello Scopigno, al quale adduce anche delle motivazioni, alimentando dei sospetti.

CURCI ATTACCA LA PIAZZA
«La cosa che mi ha dato terribilmente fastidio - dice - è quanto accasuto ieri: nulla questio sulla scritta, però perché si fanno certe azioni due giorni prima della partita? Che disegno c'è dietro? Io non voglio gratitudine su quello che ho fatto, ma qualcuno dimentica quello che succedeva fino a cinque anni fa quando si giocava alle 11 di mattina in Eccellenza. Perché si scrive che il Comune deve chiudere questo stadio? Cosa c'è di male? E' arrivata gente che in tre partite hanno portato cinquemila spettatori? Perché non si scriveva questo cinque anni fa? Questa è la cosa che mi ha infastidito maggiormente, ma uscire alla vigilia di una partita del genere mi fa pensare male».

IO, SOLO IO, IO E BASTA
Una cosa, però, il presidente ci tiene a sottolinearla ed è riferita alla sua gestione, in solitaria da cinque anni, senza alcuni socio al suo fianco. «Se il Rieti calcio è in serie C questo lo si deve solo a Curci e alla sua famiglia ed i sacrifici che nesunno può negare - spiega alzando anche il tono della voce -. Io credo che almeno una o due persone su cento la pensa come me: ma ho capito una cosa e cioè che questo non è più il mio mondo. Procuratori falsi che promettono e non mantengono, idem per altre figure. Io sono abituato a stringere la mano, un gesto che per me vale più di una firma davanti a un notaio. Io vendo, questo è certo: però, ripeto, perché oggi succede tutto questo?».

CURCI "SPONSOR" DI MARIANI
La sua presenza in conferenza stampa l'aveva in qualche modo preventivata «perché il Mariani uomo e allenatore merita la mia stima, la mia fiducia, il mio apprezzamento, perché ha sempre dato il massimo e se qualcuno pensa che la pesante, pessima, vergognosa sconfitta di Caserta possa essere imputata solo a lui, ha capito male. Il primo responsabile semmai sono io, ma le undici persone che sono entrate in campo nel primo tempo potevano fare di meglio perché visto il rendimento casalingo, tutto potevo immaginare tranne quel tracollo. Di conseguenza ho deciso di dare fioducia a un uomo che la merita: ottima persona, ottimo allenatore, un grande uomo. Per qualcuno non sarà Guardiola o Allegri, ma il rispetto va prima di ogni cosa. Domani avrà la possibilità di dimostrare il proprio valore. Era doveroso spiegare certe scelte».

MA DA QUELLA GARA...
Quell'1-6 però, potrebbe aver rappresentato davvero la sua ultima da presidente di questa società: ormai è certa la vendita, bisogna aspettare solo di conoscere il nome del compratore o dei compratori. «Io domani me ne sto a casa ma mi auguro che la tifoseria possa sostenere la squadra e questo uomo vicino a me (Mariani, ndr) e spingerla verso la vittoria. E domani chi non farà il proprio dovere e non darà il massimo, andrà in tribuna: questo è palese. Ma questa situazione di confusione non ci aiuta. Da questo momento in poi non leggerò più nulla, ma ripeto, leggere che lo stadio vada chiuso è vergognoso: che cosa abbiamo fatto di male per "meritarci" la chiusura dell'impianto? Fino a cinque anni fa giocavamo in campo dove sembrava davvero uno scherzo doverci andare, oggi invece pur confrontandoci con squadre che hanno calcato campi di serie A, si scrive "il Comune chiuda lo stadio"? Lasciamo stare...».

MARIANI RINGRAZIA E CARICA L'AMBIENTE
Venti minuti di Curci-pensiero, con Mariani al suo fianco che se da una parte "incassa" elogi, dall'altra deve già pensare a come arginare il Potenza, lanciato in vetta alla classifica, dopo una settimana travagliata.
«E' stata la settimana più complicata da quando sono arrivato - dice il tecnico - ma anche quella che ci ha permesso di lavorare coi ragazzi con una certa determinazione. Mi fa male pensare di essere l'allenatore che ha perso la partita più pesante della storia di questa società: ne abbiamo parlato con la squadra ed insieme cercheremo di cancellare questa vergogna. Ringrazio il presidente per le parole di vicinanza e di stima nei miei confronti e dal punto di vista umano è fondamentale per la vita. Io non voglio difendere nessuno e neanche me stesso in questo momento, ma se il presidente si è fidato di una persona che ha le qualità per stare in questo ambiente (Fabiani, ndr) probabilmente avrà avuto le sue ragioni. Come ha detto Curci, tanti ragazzi venuti con me da Salerno non sono pronte, ma non li possiamo etichettare come inadeguati: il credo solo una cosa e cioè che perdere un presidente come Riccardo è una sconfitta per tutti. I suoi sacrifici sono sotto gli occhi di tutti, il suo amore per questa maglia e questa città non lo scopro di certo io. Siamo indifendibili io e i ragazzi dopo quell'1-6, ma ora dovremo dimostrare di aver imparato la lezione: aspettiamo domani e sono sicuro che tutti soffieranno alle spalle di questi ragazzi. Forse non dietro le mie perché l'allenatore resta nel mirino della critica, ma abbiamo fatto una settimana di cattiveria e di sacrificio e i 22 in rosa metteranno tutto. Tatticamente abbiamo provato qualcosa di diverso, è fuori discussione che qualche ragazzo è in difficoltà e va tutelato: valutiamo due o tre ragazzi che non si sono allenati al 100% ma questo lo decideremo tra oggi e domattina. Ma chiunque va dentro darà il massimo: è una promessa che facciamo noi al presidente».

IL MONITO FINALE
E aggiunge: «Se nel calcio sono rispettato è perché probabilmente qualcosa l'ho fatto: io non voglio pensare al calcio come un movimento marcio, ma come la cosa più bella del mondo. Noi non pensiamo male perché non abbiamo mai fatto del male, chi lo fa è perché pensa male. Dal 16 luglio a oggi abbiamo pensato poco al campo e troppo ad altre dinamiche, ecco, forse è arrivato il momento di invertire la rotta. E con quella maglia amarantoceleste addosso, vedrete, sarà tutto più semplice. Tatticamente come giocheremo? Con sacrificio, impegno e senso d'appartenenza».

SALVEZZA? IO CI CREDO
L'ultimo intervento, sia di Curci, che di Marani è sulle possibilità di salvezza di questa squadra, al netto dei problemi incontrati finora. «Io ci credo ciecamente - dice il presidente - ma per dare una percentuale aspetterei qualche altra partita». Sulla stessa lunghezza d'onda Mariani che aggiunge: «Probabilmente degli accorgimenti e degli interventi sul mercato andranno fatti, questo è assodati, ma chi fino a quel momento andrà in campo dovrà ottenere sempre il massimo».
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