L’abbandono di Termini e gli impegni non mantenuti

L’abbandono di Termini e gli impegni non mantenuti
di Paolo Graldi
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Sabato 21 Settembre 2019, 00:00
Benvenuti alla Stazione Termini, biglietto da visita d’ingresso nella Città Eterna: spacciatori inveterati, borseggiatori impenitenti, taxisti abusivi e recidivi, gente senza fissa dimora, clochard d’antan. Un mondo dai mille volti che si muove di giorno e di notte in un degrado ambientale opprimente e contro una repressione volonterosa e tuttavia inconcludente. Le azioni vigorose della polizia ripristinano l’ordine per il tempo di una sigaretta, poi tutto il circo della illegalità a cielo aperto ripopola l’intera zona. I ballatoi di via Giolitti per lo più.

L’altro ieri li hanno sgomberati dalla comunità di bivaccanti. La sindaca, schierata per riportare la decenza, ha fatto visita ai luoghi infestati, anche perché intralciano il lavoro dei taxisti che proprio in quello spazio accolgono i passeggeri. Ebbene, ieri la sindrome della coazione a ripetere, si è rifatta viva: tutto come non detto, come non fatto, come inevitabile, come inguaribile.

Ballatoi occupati, marciapiedi tenuti in ostaggio, sfaccendati in sosta, sdraiati a terra. Si sa perché accade in tutte le grandi stazioni del mondo: sono affollate di gente che non c’entra niente con i viaggiatori, i quali anzi sono vittime. Ma, ovunque vengono adottati anche rimedi magari severi e però efficaci. Efficaci nel tempo. A Roma sembra impossibile qualsiasi forza d’urto: gli occupanti diventano padroni e come tali si comportano. A Roma rispettare le regole resta un optional. 

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