CALCIO MALATO
Sulla questione è intervenuto anche Antonio Conte, in conferenza stampa: «Qualsiasi forma d’insulto è un problema, non solo il razzismo. Esiste in Italia e va sempre peggiorando, non stiamo andando a migliorare. Sono tornato dopo tre anni e ho trovato tantissimo odio e rancore. L’Italia è peggiorata all’ennesima potenza. Siamo tutti colpevoli. Compresi voi (rivolgendosi ai giornalisti, ndr). Si fanno anche articoli in cui si fomenta l’odio. Tutti quanti un bell’esame di coscienza. È diseducativo verso le nuove generazioni che stanno davanti alle tastiere e leggono odio». Il tecnico nerazzurro ha poi ricordato la sua esperienza in Inghilterra, sulla panchina del Chelsea: «Lì se capita, li prendono e li mettono in prigione e buttano le chiavi. Qui si va allo stadio per pensare di insultare l’avversario, i colori. Sarebbe bello ed educativo per i bambini concentrarsi e incitare la propria squadra, invece fiutano sempre un ambiente borderline: ecco perché in Inghilterra trovi famiglie allo stadio».
TASK FORCE
Il derby è il palcoscenico migliore per la task-force del Milan sul razzismo. «Abbiamo l’obbligo morale di dover fare tutto il possibile per affrontare questo problema. Siamo lieti di avere anche il supporto dell’Inter in questa iniziativa», la riflessione di Ivan Gazidis, l’amministratore delegato rossonero. Così Paolo Scaroni, il presidente del club di via Aldo Rossi: «Sono orgoglioso che il Milan stia prendendo provvedimenti per affrontare una delle questioni più importanti del nostro sport e della nostra società. Siamo un club con una grande risonanza mediatica, sono certo che possiamo giocare un ruolo importante nella lotta contro il razzismo».
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