Ilva, l'altoforno 2 dove morì un operaio non verrà spento: tre mesi per metterlo in sicurezza

Ilva, l'altoforno 2 dove morì un operaio non verrà spento: tre mesi per metterlo in sicurezza
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Venerdì 20 Settembre 2019, 14:56 - Ultimo aggiornamento: 19:04

Ilva, l'altoforno 2 non verrà spento: accolto il ricorso dello stabilimento siderurgico ArcelorMittalLa mossa legale dell'Ilva in amministrazione straordinaria scongiura, almeno per il momento, lo spegnimento dell'altoforno 2 dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto, che avrebbe provocato una riduzione dei livelli produttivi e inevitabili conseguenze sul piano occupazionale. Il tribunale del Riesame di Taranto (presidente Lotito, Caroli relatore, D'Amico giudice) ha accolto, anche se parzialmente rispetto alle iniziali richieste, il ricorso presentato dagli avvocati Angelo Loreto e Filippo Dinacci per conto dell'Ilva in amministrazione straordinaria contro il provvedimento con il quale il giudice Francesco Maccagnano aveva respinto la richiesta di facoltà d'uso dell'altoforno 2 dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal finalizzata all'esecuzione dei lavori imposti dal custode giudiziario.

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Lo spegnimento ordinato dalla procura era programmato per il 10 ottobre (il 7 ottobre avrebbero dovuto terminare le fasi preliminari e poi sarebbero servite ulteriori 36 ore per il colaggio della ghisa che si deposita sul fondo dell'impianto). Il Tribunale ha condizionato l'utilizzo dell'impianto «all'adempimento delle prescrizioni entro un tempo non superiore a quello originariamente concesso», ovvero tre mesi. In questo arco temporale dovranno essere eseguiti i lavori richiesti già quattro anni fa, nel giugno del 2015, dopo il sequestro disposto a seguito dell'incidente che costò la vita al 35enne operaio Alessandro Morricella, investito da una fiammata mista a ghisa incandescente mentre misurava la temperatura di colata dell'altoforno 2.



Oltre al ricorso al riesame, i legali dell'Ilva in As nei giorni scorsi avevano presentato anche una istanza di facoltà d'uso allo stesso giudice Maccagnano, dinanzi al quale il prossimo 1 ottobre inizierà il processo sull'incidente che nel giugno del 2015 per la morte di Morricella. Sono 7 gli imputati: Massimo Rosini, ex direttore generale di Ilva, l'allora direttore dello stabilimento tarantino Ruggiero Cola, il direttore dell'area ghisa Vito Vitale, il capo area Salvatore Rizzo, il capo turno Saverio Campidoglio, il tecnico del campo di colata Domenico Catucci, il collega che si trovava più vicino a Morricella al momento dell'incidente, e la stessa Ilva in amministrazione straordinaria, quale responsabile amministrativa del reato di omicidio colposo.

A supporto dell'appello cautelare inoltrato ai giudici del Riesame, i legali dell'Ilva in As avevano consegnato le relazioni della ditta Paul Wurth e di altra azienda specializzata proponendo soluzioni che sarebbero in grado di mettere in sicurezza l'impianto con l'automatizzazione completa del sistema e l'adozione di dispositivi individuali di sicurezza applicabili nell'immediato. Una prima istanza di facoltà d'uso era stata bocciata il 31 luglio dal giudice Maccagnano.

 

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