Roma, scomparsa titolare cliniche Artemisia: «Si sentiva seguita da "brutti ceffi"»

Roma, scomparsa titolare cliniche Artemisia: «Si sentiva seguita da "brutti ceffi"»
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 27 Giugno 2014, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 01:32

Ogni volta che esco di casa mi sento seguita. Ho paura. Sono queste le ultime parole pronunciate poco prima di scomparire da Maria Stella Giorlandino, proprietaria e amministratrice della Artemisia Lab – ereditata dal padre Giuseppe - società che gestisce una rete di laboratori clinici sparsi in tutta Roma. Parole dette al telefono a un collaboratore. Poi la donna, 60 anni, è sparita nel nulla. A sporgere denuncia ai carabinieri è stato il marito dell’imprenditrice, Carlo De Martino.

«Mercoledì mia moglie non è tornata a casa – ha detto l'uomo alle forze dell’ordine – e non è da lei fare una cosa del genere». «Maria Stella è molto legata alla famiglia – raccontano gli amici della coppia - specie al figlio adolescente. Non avrebbe mai fatto perdere le sue tracce in questo modo. È impensabile che abbia lasciato la casa senza avvertire qualcuno dei familiari».

LA PERSECUZIONE

Imprenditrice di successo, carriera da architetto, spesso al centro delle cronache mondane, più volte paparazzata su Dagospia insieme a politici, scrittori e volti tv ospiti della sua mega villa sull’Appia Antica, Maria Stella Giorlandino «per gestire la sua impresa è abituata a lavorare quasi 18 ore al giorno – racconta uno dei suoi assistenti – ha un’azienda con oltre 100 dipendenti e 200 collaboratori medici. Non avrebbe potuto lasciare la sua attività da un momento all’altro». Negli ultimi giorni la donna si sentiva perseguitata. «Diceva di essere seguita – ricorda un amico - di essersi ritrovata più volte con le stesse persone attorno. Persone che non conosceva, “brutti ceffi”, li chiamava lei. Alcuni di noi però non hanno preso quelle parole troppo sul serio». Non era la prima volta infatti che la donna sosteneva di essere vittima di una persecuzione.

L’ISPEZIONE

Già a ottobre 2013, dopo un’ispezione dei vigili per abusi edilizi nella sua villa – all’epoca si parlava di verande e sottopassi costruiti tra gli antichi sepolcri – la donna aveva detto di avere subito per anni «pressioni e minacce». Un colpo al cuore, quell’indagine sulla casa che ha sempre definito «il sogno della mia vita», perché «era qui che mio padre Giuseppe mi portava a passeggiare quando ero bambina». E proprio lì, nel grande parco, tra la piscina e il vialetto degli ulivi, Maria Stella Giorlandino era abituata a ricevere politici e vip del mondo dello spettacolo. Per questo ha sempre difeso quel luogo con le unghie: «Nessun abuso edilizio, sono solo vittima di una persecuzione che dura da anni», diceva, ricordando anche i tanti controlli di Asl e Nas - «sempre finiti bene» - che avevano riguardato i suoi centri diagnostici. «C’è qualcuno che vuole rovinarmi la vita», attaccava. E proprio per questo anni fa decise di aprire lo “Sportello Spasmos”, un centro di aiuto psicologico e legale per le vittime di stalking. «Ora il marito è sconvolto – racconta un amico di famiglia - Non riesce neanche a parlare, non sa spiegare come sia possibile che la moglie non sia più tornata a casa. Anche lui a questo punto comincia a pensare che dietro la sparizione possa esserci qualcuno. Magari proprio quei “brutti ceffi” che l’avevano seguita negli ultimi giorni».

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