Cordoni ombelicali di 15.000 famiglie italiane scomparsi da banca delle staminali svizzera

Cordoni ombelicali di 15.000 famiglie italiane scomparsi da banca delle staminali svizzera
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Mercoledì 18 Settembre 2019, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 17:21

Una denuncia nei confronti della Cryo-Savè e dei rispettivi responsabili dell'azienda privata svizzera attiva nel settore della banca del sangue del cordone ombelicale è stata presentata presso la procura di Ginevra dall'autorità elvetica competente in materia di salute, l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Secondo alcuni indizi - afferma un recente comunicato dell'UFSP - la Cryo-Save di Plan-les Ouates (Ginevra) potrebbe aver violato la legge sui trapianti (inadempimento degli obblighi di notifica e di cooperazione). Sarebbero, secondo fonti di stampa, circa 15 mila le famiglie italiane coinvolte nella vicenda. L'azienda Cryo-Save AG disponeva dal 2016 di un'autorizzazione rilasciata dall'UFSP per l'importazione, l'esportazione e la conservazione di cellule staminali ricavate dal sangue del cordone ombelicale. 

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Già alla fine di agosto l'UFSP aveva radiato Cryo-Save AG dall'elenco dei titolari di autorizzazione, dopo che la filiale di Plan-les-Ouates era stata cancellata dal registro di commercio del Canton Ginevra, dopo l'annuncio che l'azienda aveva trasferito in Polonia le cellule staminali conservate (secondo sue stesse indicazioni) e i referenti non risultavano più raggiungibili dalle autorità, afferma il comunicato dell'UFSP. Indagini sono state condotte in stretta collaborazione con Swissmedic, l'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici. Quest'ultimo ha revocato a Cryo-Save l'autorizzazione all'impiego di tessuti del cordone ombelicale e, a fine di agosto, ha avviato un procedimento penale sotto la propria competenza per presunte violazioni della legge sugli agenti terapeutici e della legge sui trapianti. A tale riguardo Swissmedic in coordinamento con l'UFSP ha effettuato a metà settembre varie perquisizioni in Svizzera.




Il comunicato afferma che l'UFSP e Swissmedic hanno fornito le modalità di contatto a tutte le persone che avevano depositato sangue o tessuti del cordone ombelicale presso Cryo-Save. In un modello di risposta standard alle persone interessate dalla vicenda, disponibile sul sito dell'UFSP, l'ente afferma che «bisogna presupporre che attualmente non vi siano cellule staminali del cordone ombelicale conservate a Plan-les-Ouates» e che sono «in corso accertamenti in questo senso». La lettera fornisce un link ai clienti della Cryo-Save AG con indicazioni su come informarsi sui loro campioni. L'UFSP precisa che i clienti della Cryo-Save AG hanno firmato un contratto per la conservazione delle cellule staminali. Questo contratto costituisce la base legale e potrebbe, ad esempio, contenere accordi sul destino di tali cellule staminali nel caso in cui l'azienda cessasse l'attività. Se gli accordi contrattuali non dovessero essere rispettati, la questione non sarebbe di competenza del diritto dei trapianti o degli agenti terapeutici (secondo la normativa svizzera), bensì del diritto civile, che offre la possibilità ai clienti di agire nei confronti dell'azienda.

 


«Le vicende di questi ultimi mesi dimostrano che il modello commerciale che include il canone annuo offre maggiori garanzie perché prevede la copertura dei costi man mano che si presentano, evitando distrazioni», spiega oggi Mucci. Il Ceo di Bioscience Institute non ha dubbi: «Se queste 15.000 sacche di sangue del cordone ombelicale non si dovessero più trovare ci troveremmo di fronte ad una perdita gravissima, dovuta alla forte valorizzazione che ha raggiunto questo materiale biologico negli ultimi anni grazie a nuove applicazioni cliniche che in passato non erano nemmeno immaginabili»

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