(Teleborsa) -
Stallo in Spagna che si appresta - salvo colpi di scena dell'ultima ora - a tornare alle
urne, a pochi mesi dal voto del
28 aprile quando il partito socialista di
Pedro Sanchez, il Psoe, aveva ottenuto
123 seggi, staccando tutte le altre formazioni, restando però sotto la soglia della
maggioranza di 176 deputati. Per questo, nei mesi successivi
Sanchez ha lavorato a un'intesa con la sinistra radicale di
Podemos, offrendo prima una collaborazione nel Governo e poi l'opzione di un
sostegno esterno senza ruoli nell'esecutivo, senza
nessun risultato. Sembrerebbe tramontata anche l'ipotesi - avanzata nelle ultime ore proprio da
Pablo Iglesias, della formazione di una coalizione di
Governo temporanea per approvare intanto
la Legge di bilancio.Nella giornata di ieri, al termine di un giro di consultazioni con i
quattro principali partiti,
Re Felipe VI ha emesso un comunicato in cui si constata che
"non esiste alcun candidato con gli appoggi necessari per ottenere la fiducia alla Camera dei deputati".
Sanchez: Spagna destinata a tornare a urne 10 novembre - "Il risultato" delle consultazioni tra il re Felipe VI e i partiti "è chiaro: non c'è alcuna maggioranza alla Camera dei deputati che possa garantire la formazione di un governo", la Spagna è "destinata" a tornare alle urne il
10 novembre per la quarta volta in quattro anni, ha dichiarato il
premier socialista uscente,
Pedro Sanchez.