Buche a Roma, fondi sprecati tra facchini e bonus: strade con i rattoppi

Buche a Roma, fondi sprecati tra facchini e bonus: strade con i rattoppi
di Lorenzo De Cicco e Pier Paolo Filippi
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Mercoledì 18 Settembre 2019, 01:44 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 17:10

Facchini, addetti delle pulizie, stracci, armi, munizioni, accessori per gli uffici, una carrellata di bonus pagati ai vigili urbani, “extra” talvolta bizzarri come quello per la «manutenzione del vestiario». Ecco come vengono spesi gli incassi delle multe pagate dai romani, mentre per le strade martoriate dalle buche si procede con lavori spesso minimal, al risparmio: spruzzate d’asfalto buone per tappare le falle più pericolose, carreggiate rifatte solo per metà, cantieri che si fermano dove spuntano i dossi delle radici. Anomalie finite ora al centro di un’indagine della Procura di Roma, dopo un esposto presentato dal Codacons. Gli inquirenti, come ha svelato ieri Il Messaggero, indagano per falso.

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FACCHINI E ARREDI
Il Codice della strada prevede che gli incassi delle sanzioni vengano investiti in larga parte nella manutenzione e in progetti di sicurezza. Ma a scorrere le carte sulle «spese finanziate dai proventi delle contravvenzioni», si trovano gli impegni di bilancio più disparati: 500.149 euro per la «pulizia dei locali», altri 4.450 euro per i «materiali di consumo per la pulizia», tipo stracci e detersivi. E ancora: 208.128 euro spesi dal 2016 al 2018 solo per «accessori per uffici e alloggi»; 8.850 euro per la «manutenzione di beni mobili e arredi»; 26mila euro per un servizio di facchini («trasporto o immagazzinaggio di merci e documenti»); 45mila euro per «musei e mostre»; 57.828 euro per «armi e munizioni». Più tutta una serie di «indennità» pagate ai vigili. Qui va fatto un distinguo: la legge permette che una fetta degli incassi delle sanzioni possa essere destinata agli agenti. Ma si tratta di «previdenza», «assunzioni stagionali», «progetti di potenziamento dei controlli», rafforzamento «dei servizi notturni».

Non sono menzionate invece indennità extra come quella per la «manutenzione del vestiario» o quella per il «maneggio valori», o ancora l’indennità «per specifiche responsabilità», che viene distribuita a pioggia a chiunque abbia un incarico a prescindere dai risultati. Un elenco di spese foraggiate con i proventi delle multe è stato consegnato dal Codacons alla Procura, che ora dovrà accertare se ci siano stati abusi e illeciti. Il Campidoglio ieri ha assicurato «massima collaborazione alla magistratura» e si è detto certo di avere «rispettato la legge», che prevede che i fondi vengano «destinati, nella misura del 50%, a interventi di manutenzione». In realtà il 50% è la quota minima, il Codice della strada dice chiaramente che ogni ente locale è libero di «destinare in tutto o in parte la restante quota» alla sicurezza stradale.

Al di là degli illeciti su cui dovranno fare luce i pm, quindi, il Comune avrebbe potuto spendere tutti gli incassi delle sanzioni per le strade colabrodo. Lo stesso M5S ha più volte lamentato la carenza di fondi. E i tecnici dei municipi in un documento hanno ammesso che «il vero fabbisogno manutentivo è molto distante ed imparagonabile alla disponibilità di bilancio». Però i proventi delle multe sono spesi per mobili, facchini e quant’altro.
Per le strade invece spesso si tira avanti coi soliti rattoppi: in viale della Serenissima, periferia Est, è stata rifatta solo una delle due carreggiate, così come in via dei Campi sportivi e in via Trionfale; in via del Porto Fluviale, all’Ostiense, la strada è stata asfaltata solo nella parte centrale e non ai lati; in via Cassia gli operai si sono fermati prima delle zebre pedonali, in via Cambellotti a Torbella non sono arrivati ai margini, forse per non rifare le strisce laterali già sbiadite. Solo per citare alcuni esempi e senza parlare delle intramontabili “toppe”, sistemate alla bell’e meglio un po’ ovunque. 
 

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