Giornalisti Rai e social: in Vigilanza la maggioranza M5S-Pd si spacca

Giornalisti Rai e social: in Vigilanza la maggioranza M5S-Pd si spacca
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Martedì 17 Settembre 2019, 20:57
La social policy da introdurre nel codice etico della Rai per evitare nuovi casi Sanfilippo, il caporedattore di Radiorai autore di un post contro l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, spacca la nuova maggioranza in commissione di Vigilanza.

Mentre il Pd si schiera insieme a Fi, Lega e Fdi per l'approvazione «a stretto giro» di una risoluzione e atto d'indirizzo sul tema, il M5s non vota in seduta plenaria, lasciando il giudizio sospeso. Diversa la strada che voleva percorrere l'ad della tv pubblica Fabrizio Salini: in una lettera al presidente della bicamerale, Alberto Barachini, aveva avanzato la richiesta di una proposta «sostanzialmente condivisa» sull'uso dei social media da parte di dipendenti e collaboratori dell'azienda.

«I social media costituiscono un veicolo straordinario per la comunicazione e diffusione di informazioni ma al contempo rischioso», ha scritto Salini. «Per tale motivo - ha sottolineato - abbiamo avviato le necessarie consultazioni interne, al fine di evitare situazioni confliggenti con il principio di libera manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantita».

Clima di massima collaborazione con la Rai, ma anche fermezza sulla risoluzione da parte della Vigilanza: nella lettera di risposta a Salini, votata dalla bicamerale, si sottolinea la condivisione dello spirito di iniziativa dell'azienda, ringraziandola per la collaborazione e la disponibilità, ma si precisa anche l'intenzione di procedere con l'approvazione di un atto in indirizzo «che contenga principi etici molto larghi, in modo da lasciare al servizio pubblico tutta la capacità sanzionatoria e decisionale», ha spiegato Barachini, impegnato in prima linea come relatore del testo con il segretario della commissione, il dem Michele Anzaldi.

Tra i punti della risoluzione della Vigilanza, che dovrebbe essere approvata mercoledì 25 settembre, l'indicazione a dipendenti e collaboratori a specificare che i propri profili social hanno carattere «privato» e a non usare il logo della Rai per evitare equivoci; ad «adottare ogni cautela affinché i pensieri espressi, i toni utilizzati e i contenuti condivisi sui social network, compresi i retweet e i like», siano «rispettosi dei principi di imparzialità, indipendenza, pluralismo, legalità, divieto di discriminazione, rispetto della dignità della persona, contrasto ad ogni forma di violenza». Inoltre si raccomanda «di osservare i limiti della continenza verbale e sostanziale», evitando di «contribuire alla diffusione di fake news» e di valutare «attentamente l'opportunità di esprimere e condividere opinioni politiche o di prendere parte a discussioni su questioni specifiche».

Per Massimiliano Capitanio (Lega), il fatto che in commissione il Pd e M5S non siano rimasti uniti mostra che «l'alleanza di convenienza non ha passato il tagliando». Intanto il vicepresidente Cinque Stelle della bicamerale, Primo Di Nicola, in un'intervista apre il fronte presidenza, invitando Marcello Foa a fare un passo indietro: se fosse in lui, spiega, «avrei già fatto gli scatoloni e liberato la scrivania», e sottolinea che sul suo futuro «deciderà il Movimento, decideranno anche i miei colleghi in Vigilanza, ma per quanto mi riguarda non foss'altro che per una questione di stile, dovrebbe dimettersi».

A quanto si apprende da ambienti della presidenza, Foa è tranquillo e deciso portare avanti il suo lavoro.
Quanto a Salini, per Di Nicola invece «ha adempiuto al suo compito. Ha presentato il nuovo piano industriale della Rai e non è colpa dell'ad se quel piano non è stato ancora approvato dal ministero dello Sviluppo economico. Mi auguro che il nuovo ministro Patuanelli lo faccia al più presto».
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