Ezio Bosso si indigna su Facebook: «Non mi ritiro, basta pietismi e strumentalizzazioni»

Ezio Bosso si indigna su Facebook: «Non mi ritiro, basta pietismi e strumentalizzazioni»
di Simona Antonucci
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Martedì 17 Settembre 2019, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 11:52

«Niente pietismi, non mi sono ritirato». Il musicista Ezio Bosso, dopo le voci di una sua imminente uscita di scena, scatenate da un intervento alla Fiera del Levante («Se mi volete bene, smettete di scrivermi che vorreste vedermi al pianoforte»), ora s’indigna su Facebook: «Chiariamoci bene: ho solo risposto che non faccio più concerti da solo al pianoforte perché lo farei peggio che mai e già prima ero scarso. Cosa che avevo già annunciato 2 anni fa. Ma sono molto felice perché faccio il mio mestiere di direttore. Mi addolora che per quanto combatta contro le strumentalizzazioni, si scade sempre in quel pietismo sensazionalistico. Queste cose, sì, che mi farebbero ritirare davvero».

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E così, Ezio Bosso, che ha sempre ripetuto «Ogni volta che suono il pianoforte, un pianista muore», facendo ironia sulla malattia neurodegenerativa, si è ritrovato in un carosello di voci che lo descrivono come al termine della carriera. E della vita: insieme con migliaia di post sono arrivati anche messaggi di condoglianze.


«Purtroppo - aggiunge il musicista che quest’estate a debuttato a Verona conquistando l’Arena con i suoi Carmina Burana - è stato dato inutile risalto in maniera sciacalla, come sempre, al pregiudizio su di me». Bosso ha un calendario di appuntamenti che lo terranno impegnato fino ad agosto 2020, tra Auditorium, dove torna dopo il tutto esaurito in Cavea nel 2018, e Arena che lo aspetta per dirigere la Nona di Beethoven. «Continuo a fare musica e meglio di prima!».

L’ultimo concerto al pianoforte, uno Steinway alleggerito da cui non si separa mai, Bosso lo ha sostenuto un anno e mezzo fa: un recital intitolato Bach, Beats, Bosso. E in quell’occasione ribadì che non l’avrebbe mai più potuto fare perché «faccio molta fatica e non ho abbastanza qualità. E soprattutto perché non si vede la bellezza di altro, quello per cui lotto. Il lavoro con le orchestre, che ho sognato tutta la vita». Del resto, Bosso ha sempre ripetuto: «Dirigere è la mia natura. Dimentico i miei problemi fisici anche se rischio di farmi male. C’è chi ha imparato a vedere l’uomo e chi no. E inventa. Vorrei diventare trasparente». 

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