Diabolik, Gaudenzi dal carcere: «Ho paura, vogliono uccidere anche me»

Diabolik, Gaudenzi dal carcere: «Ho paura, vogliono uccidere anche me»
di Giuseppe Scarpa
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Lunedì 16 Settembre 2019, 19:29 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 08:02

«Minacce di morte sabato 14 ore 15.35. Mi trovo nella sezione B-12 piano terra, cella numero uno. Anche questa volta la polizia penitenziaria non è stata in grado di identificare l’autore. Sono asserragliato da 72 ore nella mia cella per paura». È un biglietto scritto di pugno da Fabio Gaudenzi. L'estremista di destra arrestato il due settembre per detenzione abusiva di armi. L'uomo teme ripercussioni per quello che ha raccontato agli investigatori.

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Dopo i video postati su You Tube, dello scorso due settembre, in cui sostiene di essere a conoscenza dei mandanti dell'omicidio dell'ultras Fabrizio Piscitelli, 53 anni, assassinato da un killer il 7 agosto in una panchina al parco degli Acquedotti. Gaudenzi ha paura ed è convinto di essere anche lui potenzialmente vittima di un omicidio. Tuttavia, con molta probabilità, le minacce ricevute in carcere, provengono da qualcuno che lo ritiene un "infame" per il solo fatto che sta fornendo elementi (tutti da verificare) alle forze dell'ordine sul caso Diabolik


 
Piscitelli e Gaudenzi condividevano la fede calcistica, ma anche quella politica. Si dichiaravano dei "fascisti". Gaudenzi, ma è una pista al vaglio degli inquirenti, sostiene che Diabolik sia stato ucciso per una questione collegata ad un grossa partita di oro, due quintali, acquistata in Africa e da far entrare in Europa. Una vicenda che coinvolgerebbe - sempre secondo quanto Gaudenzi ha riferito agli investigatori - Filippo Maria Macchi. Quest'ultimo avrebbe incassato i soldi da Gaudenzi «intorno al milione di euro», e poi sarebbe sparito con il metallo prezioso e il denaro.

Gaudenzi - questa la sua versione -  avrebbe richiesto l'aiuto prima di Maurizio Terminali e poi di Diabolik, vecchi amici camerati. Ebbene, il primo sarebbe morto per overdose a fine giugno, «l'avrebbero ucciso», afferma Gaudenzi mentre Piscitelli è stato assassinato con un colpo di pistola il 7 agosto. I due amici, nella narrazione di Gaudenzi, sarebbero stati fatti fuori dopo avergli detto dove si trovava Filippo Maria Macchi. Una versione degli fatti al vaglio della procura che, comunque, non la considera la principale pista da seguire per scoprire mandanti e assassino di Diabolik.
 

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