Fosinone, rifiuti da Roma: giorni decisivi per la proroga

Fosinone, rifiuti da Roma: giorni decisivi per la proroga
di Vincenzo Caramadre
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Lunedì 16 Settembre 2019, 12:47
I cassonetti sono pieni, la situazione peggiora di ora in ora e l’emergenza rifiuti a Roma entra nel vivo. Tutto ciò vuol dire che gli impianti già precettati a luglio scorso, compresa la Saf di Colfelice, sono stati messi in preallarme e, nelle prossime ore, potrebbero essere chiamati a dare nuovo sostegno alla Capitale. Attualmente, sulla scorta di una precisa ordinanza regionale, in Ciociaria, all’impianto di Colfelice, arrivano 150 tonnellate di rifiuti al giorno, ma l’impianto non è a pieno regime, ciò vuol dire che potrebbe dare la propria disponibilità ad accogliere ulteriori tonnellate di rifiuti.
Certo è che da giorni si parla dell’imminente proroga dell’ordinanza regionale (attualmente valida fino a ottobre), fino al 31 dicembre 2019. Altrettanto certo è che quella appena iniziata sarà una settimana decisiva sul fronte dell’emergenza rifiuti a Roma perché potrebbe arrivare proprio la decisione del presidente Zingaretti sulla proroga dell’ordinanza emessa a luglio scorso. Un’ordinanza che impone (senza margine di trattativa), agli impianti Tmb delle Province Laziali di lavorare i rifiuti dell’emergenza Capitolina per il successivo trasporto in discarica a Colleferro. I rifiuti, quindi, arrivano sui territori (compreso l’impianto Tmb di Colfelice), vengono lavorati e poi ripartono. Ma il problema più che organizzativo, legato agli impianti, e di natura politica, vale a dire, arrivare a un nuovo piano regionale dei rifiuti e rendere la Capitale perfettamente autonoma nella gestione dei rifiuti. Almeno questo viene chiesto a gran voce dai sindaci e dal territorio.
I CONTRARI
La possibile proroga fino a dicembre agita il territorio, sindaci e comitati ambientalisti. Venerdì sera c’è stato un primo incontro in piazza a Colfelice tra i sindaci, i cittadini e il coordinamento interprovinciale ambiente e salute Valle del Sacco e Bassa Valle del Liriè e non si escludono manifestazione. Presenti il Sindaco di Colfelice, Bernardo Donfrancesco, il Vicesindaco di Colfelice, Gabriella Protano, il sindaco di Pastena, Arturo Gnesi, il consigliere di Colfelice Oscar d’Agostino e il consigliere di San Giovanni Incarico Umberto Zimarri. «Abbiamo discusso in luogo aperto per sentire le ragioni di chi è costretto a vivere quotidianamente, con le polveri e miasmi. Abbiamo voluto sottolineare che la dignità delle persone viene prima del business e che la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini prima del profitto e degli affari legati allo smaltimento di rifiuti», hanno spiegato dal coordinamento dei rifiuti. E’ stato ribadito, all’unisono, il secco “no” a qualsiasi coinvolgimento della Ciociaria, della Valle del Liri nell’emergenza romana. «Noi - ha aggiunto il sindaco di Pastena Arturo Gnesi - siamo quelli che parlano un altro linguaggio e usano un altro metro, quello della difesa della qualità della vita e della dignità delle persone. Troppo poco per evitare che queste zone diventino l’immondezzaio del Lazio». A chiedere la svolta politica, con il nuovo piano dei rifiuti, è stato anche il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli, del gruppo Toti -Cambiamo. «Non si può più aspettare, è necessario che la Regione Lazio approvi, una volta per tutte, un piano rifiuti, invece, puntualmente, rinvia questo tema di grande importanza che porta solamente ad un esborso da parte dei cittadini per trasportare i rifiuti in altre regioni d’Italia», ha esordito Ciacciarelli. «C’è bisogno di un piano serio, ed alla svelta perché le province del Lazio non possono sopperire ogni volta alla totale disorganizzazione in materia di Roma capitale. La nostra comunità non può pagare sulla sua pelle l’incompetenza. Zingaretti abbia il coraggio di compiere delle scelte risolutive. La gente - ha concluso - è stanca della puzza, degli odori nauseabondi: non siamo una pattumiera. La Ciociaria non può essere presa in considerazione solamente quando si tratta di smaltire i rifiuti romani».
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