Petrolio, attacco a raffinerie saudite: dimezzata produzione. Usa accusano Iran

Petrolio, attacco a raffinerie saudite: dimezzata produzione. Usa accusano Iran
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Lunedì 16 Settembre 2019, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 10:23
(Teleborsa) - Tensione alle stelle tra Usa e Iran dopo l'attacco con droni (rivendicato dai ribelli houti dello Yemen) nella giornata di sabato 14 settembre, agli stabilimenti petroliferi di Abqaiq e Khurais, di proprietà della compagnia Saudi Aramco, fra i più grandi del mondo, che hanno costretto l'Arabia Saudita a fermare oltre metà della sua produzione totale di petrolio. Riad ha annunciato che compenserà il taglio della produzione, pari a 5,7 milioni di barili al giorno -più della metà, appunto, della sua produzione complessiva, e più del cinque per cento della produzione globale - attingendo alle riserve strategiche, che in giugno ammontavano a 188 milioni di barili.

Gli Usa sono "pronti e carichi" per reagire agli attacchi contro Riad: ha twittato il Presidente americano Donald Trump, precisando di attendere la conferma sulle responsabilità e le valutazioni dell'Arabia Saudita. "Le forniture energetiche dell'Arabia Saudita sono state attaccate. C'è ragione di credere che conosciamo i colpevoli, siamo pronti e carichi in attesa della verifica, ma stiamo attendendo di sentire dal regno saudita chi ritiene sia la causa di questo attacco, e in base a quali condizioni procederemo", ha scritto il tycoon.

Rincara la dose il Segretario di Stato americano Mike Pompeo secondo il quale "non c'è alcuna prova siano arrivati dallo Yemen", che ha accusato direttamente l'Iran per questo "attacco senza precedenti alle forniture energetiche mondiali".
Accuse respinto dal ministro degli Esteri iraniano attraverso il portavoce Abbas Mussavi: "Queste accuse ed affermazioni inutili e cieche sono incomprensibili e prive di senso".

In prossimità dell'avvio dei mercati in Europa, schizza il prezzo del greggio che raggiunge la cifra record di 71 dollari al barile, con un aumento di 12 dollari, il più alto rialzo giornaliero da quando è iniziata la quotazione dei future, nel 1988. In seguito, il brent si è assestato sui 67,77 dollari in rialzo di quasi il 13%.
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