I suoi romanzi - Il fondatore delle città, Il collaboratore, La festa nel giardino, Orologio di pietra, pubblicati anche in Italia - descrivono la crisi del comunismo e le contraddizioni della società ungherese in trasformazione dopo la svolta. Nato in una famiglia ebrea benestante nel 1933, era sopravvissuto all’Olocausto, ma allo stesso era stato critico dello stato di Israele. Presidente del Pen International (organismo non governativo di scrittori) fra il 1990 e il 1993, nel 1984 aveva vinto il premio Herder, prestigioso riconoscimento conferito a intellettuali centro-europei e balcanici.
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