Scuola, emergenza supplenze: i docenti precari sono 170 mila

Scuola, emergenza supplenze. I docenti precari sono 170 mila
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Martedì 10 Settembre 2019, 16:59 - Ultimo aggiornamento: 17:09

Nonostante le promesse di riforme, il problema delle supplenze e del precariato tra i banchi di scuola sembra non avere una fine. Saranno 170 mila, pari a un docente su 5, i supplenti che i giovani studenti troveranno al rientro nelle aule a partire da questo settembre, circa il 20% del totale del corpo scolastico in servizio, 20 mila unità in più rispetto allo scorso anno. A dare l'allarme della malattia del sistema scolastico sono i sindacati, che hanno ribattezzato il male come la «supplentite». Il problema che si pone è grave, soprattutto perchè, se il decreto Salva precari non sarà approvato in tempi brevi, studi di settore stimano che il prossimo anno i supplenti possano arrivare a quota 200.000, un record per il nostro Paese.

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Il motivo scaturente sarebbe il combinarsi di diverse storture che caratterizzano il mondo scolastico. Innanzitutto tutte le graduatorie a cui si può attingere, concorsuali o ad esaurimento, risultano al momento, appunto, esaurite. Gravi emergenze sono poi la mancanza di aspiranti e la  penuria di docenti specializzati nella gestione di cattedre di sostegno, di cui si avrebbe invece bisogno: saranno 28mila i posti che rimarranno senza assunzione. A peggiorare il quadro sarebbe stata anche Quota 100, a seguito della quale si sono aggiunti 20mila pensionamenti a quelli già calendarizzati prima dell'entrata in vigore della manovra, circa 100mila. 

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Il quadro è così difficile che i presidi, pur di non ritrovarsi con le aule vuote, stanno procedendo ad attingere personale con la Mad, la messa a disposizione, che permette, in stato di necessità, di arruolare anche studenti non ancora laureati. «Mi attendo che il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti ci convochi quanto prima, per rimettere in moto al più presto il decreto sul reclutamento», dice la leader della Cisl Scuola Maddalena Gissi, preoccupata per gli effetti che la scontinuità didattica potrebbe avere sull'istruzione degli studenti.  Anche per il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio e per Pino Turi (Uil), «la situazione dei precari resta in
ima alle priorità. Se politicamente l'accordo di aprile sui precari è superato, i temi restano tutti in piedi».
 

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