L'ultima battaglia dei Cherokee, avere un delegato al Congresso. E sarà donna

Kimberly Teehee
di Laura Bogliolo
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Lunedì 9 Settembre 2019, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 16:33
E' un avvocato e ha lavorato nell'amministrazione di Barack Obama come esperta dei problemi dei nativi americani. E ora potrebbe diventare la prima delegata della Nazione Cherokee alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Il suo popolo ha scelto lei, Kimberly Teehee per un ruolo sancito in un trattato del 1835 e mai rispettato fino a oggi. Insomma,  i Cherokee sono pronti a rivendicare uno dei tanti diritti che gli Usa gli hanno negato e lo fa scegliendo una donna come rappresentante.

Ad ispirare sin da giovane Teehee, è stata Wilma Mankiller, la prima donna a diventare capo della Nazione Cherokee. Era stata lei a consigliarle di laurearsi in legge "perché ci sono molte questioni indiane in corso di causa nei tribunali federali, e quelle decisioni stanno avendo un impatto sulle tribù e diventerà più complicato da condurre", ha detto Chuck Hoskin Jr. il capo della Nazione Cherokee. 
Teehee attualmente è vice presidente per le relazioni governative della Nazione Cherokee ed ex consigliere politico senior per gli affari dei nativi americani. Hoskin ha ipotizzato che potrebbe avere un ruolo simile ai rappresentati di Portorico, Samoa americane, Guam, Isole Vergini americane e Isole Marianne settentrionali: non possono votare, ma hannoil diritto di proporre una legge e votare nelle commissioni. 

La Nazione Cherokee rivendica il diritto di avere un rappresentante a Washington in base al Trattato del New Echota del 1835 che stabilì però anche il trasferimento forzato in Oklahoma che fu una tragedia per i Cherokee. Oltre quattromila morirono durante il trasferimento ribattezzato il "Sentiero delle lacrime". "Più di 184 anni fa, i nostri antenati hanno negoziato la garanzia che avremmo sempre avuto voce nel Congresso - ha detto Hoskin - È tempo che gli Stati Uniti mantengano l'accordo."
 
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