Mondiali, Hackett: «La Spagna mette paura, ma possiamo sognare ancora»

Hackett
di Marino Petrelli
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Venerdì 6 Settembre 2019, 09:30
Tutto in quaranta minuti. Per puntare ai quarti di finale del Mondiale, un traguardo che non c’entriamo dal 1998. E per puntare alle Olimpiadi di Tokyo senza passare dal torneo di qualificazione. Italia contro Spagna, che non è mai una partita normale, negli ultimi anni ha riservato sempre gioie ai colori azzurri. Nel 2013 e nel 2015 agli Europei l’Italia ha vinto, tentare il tris oggi nella prima gara della seconda fase (ore 14.30 diretta Sky) è un sogno, ma c’è l’obbligo di provarci. 
Daniel Hackett, play della nazionale impegnata in Cina, ne è convinto... 
«Siamo consapevoli che, a differenza di quanto avvenuto finora, quella con la Spagna è una partita da dentro o fuori». 
Ci arrivate dopo un ko.
«Sì, ma contro la Serbia ho visto una grande Italia per trenta minuti. Siamo andati anche al tiro per andare in vantaggio, che è uscito a Gallinari dopo le triple che aveva messo in fiducia: poi la partita è cambiata, un po’ per mancanza di ossigeno, un po’ per energie che sono venute meno nel finale. C’è poi stato qualche fischio che ci ha penalizzato, e non lo dico per fare polemiche. Però abbiamo giocato una signora partita per tre quarti di gara»
La partita con la Serbia è stata troppo ruvida, con un episodio che ti ha visto coinvolto nel finale.
«C’erano stati alcuni episodi prima del mio contatto con Jokic che ci avevano innervosito, ma sono situazioni che fanno parte del gioco. Come ho detto ieri, a caldo, le dai e le prendi in campo, poi si resetta tutto e si pensa alla partita successiva»
Che è quella con la Spagna, partita da dentro o fuori.
«Sarà una gara decisiva lo sappiamo, ma ci stiamo preparando a questo tipo di partita da tempo: sappiamo che ci troviamo davanti un avversario di grandissima caratura. Ma siamo dove volevamo essere, con la possibilità di fare un bel passo in avanti. Io sto bene, ho un allenatore che mi ha dato le chiavi della squadra e mi fa giocare come piace. L’esperienza di Mosca a livello di club mi è servita tantissimo»
Come si batte la Spagna?
«Soffocando il loro ritmo, il loro flusso di gioco che è molto armonioso, molto bello da vedere, ma allo stesso letale se viene lasciato così come è». 
Dunque...
«Bisogna trovare una chiave per limitare o far uscire dalla partita i loro punti di forza, Gasol sotto canestro, Rubio che mette in ritmo tutta la squadra, e gli altri che fanno punti e un gran gioco»
Sei lontano da casa da tanto tempo tra preparazione e mondiali; ed è in arrivo una stagione ancora più intensa. Cosa significa per te?
«Fare volentieri dei sacrifici, sapendo che sto facendo qualcosa di importante per la mia famiglia, per la mia città Pesaro e, soprattutto, per la mia nazione. Essere presente e aver sacrificato del tempo dalla famiglia per stare con questi ragazzi è diventata una cosa piacevole, non sempre facile, ma questa è per me una seconda famiglia, nonostante gli alti e bassi che ci sono stati in passato in nazionale». 
Cosa ti piace di questi mondiali in Cina?
«L’organizzazione, il seguito che c’è nei palasport e la sportività del pubblico. Un po’ meno gli spostamenti che sono lunghissimi. Dopo la gara con Serbia abbiamo dormito pochissimo, sarebbe stato utile un giorno in più di riposo». 
Qui in Cina, Belinelli e Gallinari nel tempo libero giocano a ping pong. Tu, invece?
«Io li guardo, cercando di riposarmi il più possibile».
Ci diamo appuntamento a stasera dopo la partita per dirci cosa? 
«Spero per parlare di una vittoria. Ci vorrà anche un po’ di fortuna, ma noi ci crediamo. Al di là delle difficoltà, abbiamo il dovere di provarle tutte per conquistare il successo».
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