Muore a 17 anni per un intervento al cuore, il padre: «Vogliamo la verità»

Muore a 17 anni per un intervento al cuore, il padre: «Non ci dicono cosa è andato storto»
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Giovedì 5 Settembre 2019, 15:02

La 17enne Lucia Ferrara è morta in ospedale a Salerno dopo un «banale» intervento al cuore. Il padre della ragazza, Carmine Ferrara, non si dà pace e cerca risposte: «Voglio la verità su quello che è accaduto a mia figlia - riporta Il Mattino - perchè i medici non sono stati chiari con noi. Ci hanno riempito di chiacchiere». Tutto è cominciato lo scorso 29 agosto, quando Lucia ha accusato un mal di testa ed è stata portata al pronto soccorso dai genitori. «Mia figlia non era una ragazza malata. Sapevamo che aveva un soffietto al cuore, ma lo tenevamo sotto controllo», racconta il papà.

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Dall'ospedale di Cava de' Tirreni, però, è stata immediatamente trasferita a Salerno nel reparto di cardiochirurgia: «Ci hanno detto che dovevano sostituire un tubicino (valvola). Ci hanno assicurato che si trattava di una sciocchezza. E non solo. Ci hanno garantito che il reparto del Ruggi è un centro all’avanguardia». Lucia viene operata alle 8.30 del mattino ed esce dalla sala operatoria circa quattro ore dopo. Ai genitori, stranamente, non viene data la possibilità di vederla e poco dopo la 17enne viene sottoposta a una nuova operazione.
 



«Alle 16.50 mia figlia torna in sala operatoria, ma non sappiamo perchè deve essere operata di nuovo - continua Carmine Ferrara - Non capiamo cosa sta accadendo. Vediamo Lucia solo venerdì (il giorno dopo). Ci dicono che dormiva perché avevano messo a riposo il cuore. L’abbiamo chiamata. Lei ha anche reagito. Poi non abbiamo capito più nulla. Ci hanno detto di tutto che i tubicini del suo cuore erano troppo stretti. Poi che stava andando tutto bene. E dopo ancora che stava male. A me sembravano solo tante, tante bugie. Ci hanno detto addirittura che potevano sottoporla a trapianto e che Lucia era piccola e perciò sarebbe stato facile».

Passano le ore, ma i genitori della piccola Lucia non ricevono nessuna risposta dai medici: «Non sapevamo cosa pensare. La mia testa era un pallone. Infine ci hanno detto che serviva un’attrezzatura che loro non avevano. Non so di cosa si trattasse, so solo che dopo due giorni ci hanno detto che la mia bambina non ce l’aveva fatta». Ora Carmine pretende delle risposte: «Io non cerco dei colpevoli. Non voglio accusare qualcuno, voglio conoscere la verità. Ho deciso di presentare denuncia alla polizia. È una grande sofferenza per noi stare qua, aspettare l’autopsia e tutte le procedure, ma dobbiamo farlo. Lo dobbiamo alla nostra figlia». E aggiunge: «Quello che non accetto è la mancanza di chiarezza. Ci hanno detto tante cose anche diverse tra di loro. Noi vogliamo solo la verità. Dobbiamo farlo».

L'equipe di cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona ha espresso alla famiglia la propria solidarietà, aggiungendo di aver fatto tutto il possibile per salvare la vita a Lucia. Adesso la palla passa alle indagini della magistratura: nelle prossime ore si procederà all'autopsia, mentre le cartelle cliniche sono state già sequestrate. 

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