Nina Zilli: «Io, in giuria a Venezia, per scegliere la migliore colonna sonora»

Nina Zilli
di Ilaria Ravarino
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Domenica 1 Settembre 2019, 20:11
In giuria, a Venezia, c’è anche lei. Chiamata a giudicare la miglior colonna sonora della Mostra del Cinema - scelta tra i titoli del concorso ufficiale, cui si aggiungeranno alcuni premi speciali - la cantante Nina Zilli entra per la prima volta a far parte del gruppo di giurati del Soundtrack Stars Award.

Che effetto le fa essere in giuria a Venezia?

«È un grande onore, quando me l’hanno chiesto sono rimasta spiazzata. Il cinema è uno dei miei più grandi amori. Intendo tutto il cinema, non solo quello d’autore». 

Giudicare è un conto. Essere giudicati un altro. Come se la cava?

«Essere giudicata, per chi fa il mio mestiere, è una condizione normale. Ci sono abituata. Esistono le critiche costruttive e le cosiddette rosicate: bisogna imparare a distinguere. I no intelligenti mi sono serviti tantissimo nella vita: ci ho messo 17 anni per arrivare sul palco di Sanremo Giovani, vi lascio immaginare quanti ne abbia incassati».

A proposito di Sanremo: ci torna?

«In questo momento sto scrivendo il nuovo album, chissà. Non penso di scrivere un pezzo appositamente per Sanremo. Ora vivo, macino e metabolizzo. Se poi venisse fuori un brano giusto, non escluderei di presentarlo. L’album uscirà il prossimo anno, sono in dirittura d’arrivo».

La tv la riprende? Torna in Italia’s Got Talent?

«La tv mi piace, è un compagna di giochi. Ma non è il mio vero lavoro. È divertimento senza stress. Ho scelto di fermarmi per adesso, dopo quattro anni ho bisogno di concentrarmi su altro». 

Colonne sonore: le piacciono?

«Tanto. Con Ferzan Ozpetek ho fatto la prima sincronizzazione: 50mila era uscita in radio appena da un mese, quando la prese per Mine Vaganti. Poi ho lavorato con Fausto Brizzi per Forever Young, feci una cover riarrangiandola in chiave trap. E poi ho realizzato una colonna sonora per Tonino Zangardi: pezzi inediti ma strumentali. E là mi sono innamorata del mestiere». 

Fare l’attrice, ci ha mai pensato?

«Ho avuto delle proposte, anche per film molto belli. Uno era  francese. Ma sono titubante. Ho rispetto per chi lo fa di lavoro».

Molestie nel mondo della musica ce ne sono?

«Sono ovunque. Ma chi ha dalla sua parte i media ha più attenzione. Bisogna martellare, insistere, raccontare le molestie che accadono ogni giorno, nella vita delle donne “normali”.  Dobbiamo far sentire la nostra voce, se vogliamo cambiare le cose».

Lei cosa cambierebbe?

«C’è così tanto da fare. Abbiamo perso la nostra umanità. Penso alle brutture alla Weinstein, agli incendi in Amazzonia, all’emergenza climatica. In confronto la crisi di governo è una barzelletta. Anche se non lo è, sia chiaro. Per niente».
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