Icardi fa causa all'Inter per mobbing: chiede il reintegro e un 1 milione e mezzo di danni

Icardi fa causa all'Inter: chiede il reintegro e un 1 milione e mezzo di danni
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Venerdì 30 Agosto 2019, 21:27 - Ultimo aggiornamento: 23:53

Mauro Icardi fa causa all'Inter per mobbing chiedendo 1.5 milioni di euro e il reintegro nella parte tattica. È rottura totale tra l'attaccante argentino e il club. È l'ultimo atto di una querelle senza fine, un rapporto ormai logoro, già da tempo irrecuperabile. Icardi, però, si sente parte lesa, maltrattato ingiustamente dal club e dopo aver rifiutato tutte le offerte arrivate nella sede nerazzurra, chiama gli avvocati e fa causa alla società. La notizia è stata confermata da ambienti dell'Inter. Con il reintegro si intende la partecipazione del giocatore alle sessioni di allenamento tecnico-tattiche, la cosiddetta partitella.

Inter, Marotta sul futuro di Icardi: «Ottimista sulla chiusura della telenovela»

Difficile dire come andrà a finire. Ad Appiano Gentile Icardi si è sempre allenato, saltando solo la parte finale, quella di tattica, appunto perché fuori dal progetto tecnico di Antonio Conte e quando si è riacutizzato il problema al ginocchio ha sempre avuto a disposizione lo staff medico nerazzurro. Anche le esternazioni pubbliche della società non sono mai state inopportune.

Lo stesso ad Beppe Marotta che oggi si diceva «ottimista per una chiusura della telenovela», ha sottolineato il valore del giocatore e «il rispetto nei suoi confronti per la grande professionalità che ha sempre dimostrato». Invece la telenovela non si chiude ancora, si arricchisce di un colpo a sorpresa che lascia tutti sbigottiti. L'Inter si dice incredula. Il divorzio è ormai definito e la storia d'amore iniziata nel luglio 2013, arricchita da 124 gol, finisce nel peggiore dei modi. Tutto inizia il 13 febbraio scorso con un tweet in cui l'Inter annunciava di aver tolto la fascia di capitano a Icardi per assegnarla ad Handanovic. Prende il via così una guerra tra l'argentino e la società, ma il primo vero passo falso lo fa forse proprio l'attaccante disertando la convocazione contro il Rapid Vienna in Europa League. Poi la scelta del club di metterlo sul mercato, il muro contro muro e infine le carte bollate.

È la parabola di Icardi che da capitano, uomo immagine, bomber a cui veniva concesso il rinnovo quasi ogni stagione, passa ad essere prima isolato dal club, poi dai compagni, fino all'epilogo della causa per mobbing. Pesa il ruolo di Wanda Nara, ingombrante moglie e agente, incline ad un uso spropositato dei social network e a continue interferenze nelle vicende dello spogliatoio e di campo. Non solo, con le sue partecipazione a Tiki Taka si spingeva anche oltre, rivelando questioni private dei compagni di squadra del marito. Icardi non è il primo giocatore a decidere di fare causa alla propria società.

La stessa strada è stata intrapresa anche da altri come Goran Pandev, Ledesma, Dino Baggio con la Lazio e Federico Marchetti con il Cagliari. Al centro del contenzioso l'articolo 7 dell'Accordo collettivo siglato da Aic-Figc e Lega calcio in vigore dal 2005 . Una mossa quella di Icardi forse per provare a forzare la mano con l'Inter con l'obiettivo di essere ceduto alla Juventus praticamente a costo zero. Un epilogo amaro per un giocatore che ha sempre dichiarato di amare l'Inter ma che al suo club ha saputo dire solo no, tanti, troppi.

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