​Governo, tra M5S e Pd salta il vertice delle 11. Di Maio: «Senza sì a Conte è inutile vedersi»

Governo, tra M5S e Pd salta il vertice delle 11. Di Maio: «Senza sì a Conte è inutile vedersi»
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Lunedì 26 Agosto 2019, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 10:56

Governo, la «strada è in salita». Dopo quattro ore di vertice a Palazzo Chigi, le parole che filtrano dal Nazareno sembrano rendere le difficoltà del momento. Dalle 21 all'una si siedono per la prima volta a un tavolo non solo Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, ma anche Giuseppe Conte e il vicesegretario Pd Andrea Orlando. Ma al termine di quello che secondo alcune fonti sarebbe stato un incontro in due tempi, con la presenza di Conte solo in una seconda fase, i Dem non danno il via libera finale alla riconferma dell'avvocato alla presidenza del Consiglio. E i Cinquestelle avvertono che «la pazienza ha un limite».

«Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi, sono stanco dei giochini». Lo avrebbe detto, a quanto di apprende, Luigi Di Maio ai suoi ieri sera dopo l'incontro con la delegazione Pd. «Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l'ok all'incarico a Conte. Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte». Così in una nota il M5S.

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Versione Pd: di nomi non si è parlato, è un problema di programmi, a partire dalla prossima manovra economica, su cui «emergono differenze». Versione M5s: gli esponenti Dem hanno «parlato solo di ministeri», altro che programmi, le correnti Pd fanno sentire il loro peso. Ciascuna delegazione alza la posta. La trattativa proseguirà in un nuovo vertice che dovrebbe tenersi alle 11 a Palazzo Chigi. Ci sono da sciogliere questioni di merito e di metodo, oltre che di nomi. Il Pd si presenta al tavolo con la richiesta ai Cinque stelle di non sottoporre la nascita del governo a un referendum su Rousseau, ma solo al voto dei gruppi parlamentari, per riportare in primo piano la democrazia rappresentativa. Una richiesta che in partenza appare difficilmente accettabile dai pentastellati.

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E poi c'è il tema della composizione della squadra di governo, a partire dal (o dai) vicepremier. L'ipotesi più accreditata è che ad affiancare Conte vada un solo vice del Pd, magari - sarebbe la prima volta di una donna - la vicesegretaria Paola De Micheli o il vicesegretario Orlando. Ma la discussione sarebbe ancora aperta, così come sul dicastero che assumerà Di Maio (non c'è dubbio che sarà ministro, rimarcano i pentastellati). Quanto a Zingaretti, dal Nazareno ribadiscono con fermezza che - nonostante le pressioni venute anche dai Dem - non entrerà al governo ma resterà in Regione. Il segretario Pd punta i riflettori sui temi: oltre che la prossima manovra economica, ci sarebbero problemi su sicurezza e giustizia. Solo dopo un'intesa programmatica, affermano i Dem, potrà arrivare il via libera a Conte, come premier del M5s in un esecutivo giallorosso. Ma i pentastellati sono tranchant: «È un momento delicato e chiediamo responsabilità ma la pazienza ha un limite. L'Italia non può aspettare, servono certezze». Ma nonostante tutto entrambe le delegazioni fanno sapere che i leader affronteranno il nuovo round di incontri con «ottimismo». 


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LA GIORNATA (di Simone Canettieri)
M5S-Pd, l'accelerata nel pomeriggio. 
La trattativa M5S-Pd
 va avanti e la crisi di governo sembra, quindi, alla svolta. Mentre era in corso il vertice 5Stelle a Roma  sono arrivati segnali nei confronti del Pd. Luigi Di Maio, che si trova con con lo stato maggiore del Movimento, ha definito con il segretario del Pd Nicola Zingaretti un incontro. Come anticipato da Il Messaggero, l'incontro è stato calendarizzato alle 18. Ore decisive, quindi, per il governo. Di Maio, come  ha raggiunto Palazzo Chigi alle 17.55, pochi minuti dopo è entrato anche il leader democrat. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha lasciato Palazzo dopo 25 minuti di faccia a faccia.
 
 

M5S a conclave. Lungo vertice in un palazzo nel quartiere di Trastevere a Roma del M5S per decidere quale strada prendere. Al summit partecipano tra i big Luigi Di Maio (arrivato poco dopo le 15.30 senza rilasciare alcuna dichiarazione), Davide Casaleggio e Roberto Fico. Non risulta la presenza di Alessandro Di Battista, così come quella di Beppe Grillo. Dal caminetto pentastellato uscirà la linea. Le posizioni dei big al momento sono queste: Fico (e Grillo) è per il Conte bis con il Pd, Dibba è contrario, Casaleggio ha molti dubbi. Al vertice c'è anche Paola Taverna. La riunione - nel centro di Roma - arriva dopo una lunga notte di telefonate tra i big del M5S.

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Davide Casaleggio e Nicola Morra sono presenti. «Il clima è più che positivo», risponde sorridente Morra, alludendo al tempo. Alla riunione si sono aggiunti anche i capigruppo Francesco D'Uva, Stefano Patuanelli e il socio di Rousseau Massimo Bugani, oltre a Nicola Morra e Pietro Dettori.


L'abitazione dove si sta svolgendo la riunione

Dalla Lega, uomini di governo dicono che «la partita non è ancora chiusa: continuano i contatti tra Di Maio e Salvini. Al momento per noi gli scenari possibili hanno queste percentuali: 50% voto, 25% Conte bis con il Pd, 25% Di Maio premier con noi». Ma i fari sono puntati sulle mosse di Di Maio: in giornata dovrà dire addio al Pd o stringere un accordo che al momento passerebbe da un sì al premier uscente in cambio, queste sono le condizioni di Zingaretti, di una forte diminuzione della pattuglia M5S nella squadra di governo al posto di un monocolore dem.

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Il Quirinale attende sino a stasera. Prima di stilare questa sera il calendario delle Consultazioni previste a partire da domani, Mattarella sarebbe in attesa delle risposte dei partiti, per capire come procede il confronto e se effettivamente c'è la possibilità di dar vita ad un nuovo governo. Per questo, si apprende in ambienti parlamentari, il Colle avrebbe sollecitato le forze politiche a fornire entro le 19 un quadro della situazione. Se ci fosse la concreta possibilità di arrivare ad un accordo, potrebbe essere programmato un giro di consultazioni tra domani pomeriggio e la giornata di mercoledì. Altrimenti, qualora non dovesse emergere alcuna ipotesi di intesa, gli incontri al Quirinale potrebbero essere più rapidi, per poter dar vita velocemente ad un governo di garanzia, allo scioglimento delle Camere e ad elezioni il prima possibile.
 
 

Di Maio a colazione con Virginia. Il vicepremier e capo politico del M5s Luigi Di Maio è da poco rientrato nella sua casa romana dopo una colazione con la fidanzata Virginia Saba. Il leader pentastellato e la sua ragazza all'ora di pranzo sono usciti insieme dalla casa del vicepremier per dirigersi a piedi e in abiti casual in un ristorante nei pressi della sua abitazione. Dopo il pranzo sono rientrati insieme a casa.

 

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