Fratellanza, libertà e pace sono concetti chiave delle opere di Beethoven che Petrenko dirigerà nel corso della prossima stagione - con il Fidelio e la Missa Solemnis - «e sono concetti di enorme importanza diventati di estrema attualità oggi e per i quali bisogna combattere» ha dichiarato il neo-direttore in occasione della presentazione del programma per la sua nuova conduzione dei Philarmoniker. Il direttore d'orchestra di 47 anni, nato a Omsk in Siberia da una famiglia di musicisti, si è trasferito nel 1990 in Austria e ha vissuto undici anni a Berlino, dove ha diretto la Komische Oper dal 2002 al 2007. I Philarmoniker lo hanno scelto come direttore nel 2015 dopo tre progetti insieme.
«Già prima di sapere che nel 2020 sarebbe stato il 250esimo anniversario della nascita di Beethoven, mi era chiaro che c'era una sola opera con cui potevo iniziare la mia attività a Berlino ed era la nona di Beethoven () perché contiene tutto quello che ci distingue come esseri umani, nel bene e nel male», racconta Petrenko. Anche la scelta della location del concerto non è casuale. La porta di Brandeburgo è il simbolo della storia della
città e di un'epoca segnata dalla divisione dei blocchi. Accanto alla porta passava il muro di confine tra Berlino est e ovest, di cui quest'anno si celebra il trentesimo anno della caduta.
Inaugurare la nuova collaborazione tra un'orchestra di prestigio e di carattere come Philarmoniker e il suo nuovo direttore, e celebrare la caduta del muro davanti ad una porta aperta - come è oggi la Branderburgertor - è il modo migliore di esaltare il messaggio di fratellanza consegnato da Beethoven nella sua sinfonia.
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