Chieti, oggi il funerale della giornalista Simona Petaccia

Chieti, oggi il funerale della giornalista Simona Petaccia
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Domenica 25 Agosto 2019, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 09:46
Si svolgerà oggi alle 16, nella chiesa della Trinità di Chieti, il funerale della giornalista Simona Petaccia, morta sabato mattina all'età di 47 anni. Una morte improvvisa, che ha lasciato senza fiato l’intera città e non solo. Perché Simona non era solo la donna dall’abbigliamento sempre impeccabile che girava in centro città a bordo della sua carrozzina elettrica. Era soprattutto una brava giornalista, che aveva lavorato, fra le altre esperienze, nell’ufficio stampa dell’ex sindaco Francesco Ricci ed era conosciuta in tutto lo Stivale per il suo impegno alla guida della onlus Diritti Diretti, da lei fondata.

Il suo ultimo impegno istituzionale l’aveva portata, a febbraio, al Meet Lucca Tourism, per parlare di turismo accessibile. «Il mio lavoro - raccontava sul suo sito web - consiste nel far comprendere che progettazione universale significa qualità e sviluppo socio-economico per la comunità e l'imprenditoria, non solidarietà verso i disabili o semplicemente un obbligo di legge. Attraverso la mia attività, accelero quindi il processo che conduce verso città accoglienti per i cittadini che le abitano e per i turisti che le visitano, indipendentemente da: età, condizioni di salute, particolari scelte, allergie o intolleranze alimentari ecc.».

E di battaglie ne ha compiute tante, con l’obiettivo di demolire le barriere architettoniche e mentali che troppo spesso rendono difficile la vita delle persone affette da disabilità. Colta e determinata, aveva ricevuto numerosi premi, compreso quello conferitole l’anno scorso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si è fatta portavoce dei diritti dei diversamente abili, ma Simona Petaccia era soprattutto una donna che viveva la sua esistenza con passione, fra lo studio prima, con la laurea in Lingue, le amicizie, i viaggi. Un simbolo che la volontà e la forza d’animo possono compiere imprese impossibili. Merito del suo carattere volitivo, ma anche dei genitori Elisabetta ed Elio e delle sorelle Monica e Tina.
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