Weidmann: non vedo necessità di nuovi stimoli per l'economia

Weidmann: non vedo necessità di nuovi stimoli per l'economia
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Sabato 24 Agosto 2019, 18:18 - Ultimo aggiornamento: 21:19
L'economia tedesca si è indebolita, ma è ancora troppo presto per intervenire con uno stimolo economico. Lo afferma il presidente della Bundesbank e membro del consiglio direttivo della Bce, Jens Weidmann, in un'intervista al Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, secondo quanto riporta Reuters sul proprio sito.

«L'attuale prospettiva è incerta, ma non vedo ragione per farsi prendere dal panico», dice Weidmann. Il governatore tedesco, inoltre, secondo quanto riporta Bloomberg, evidenzia che ad un certo punto nuovi tagli dei tassi inizieranno a non avere più effetto.

nei giorni scorsi, Olli Rehn, governatore della Banca di Finlandia e componente anche lui del consiglio direttivo della Bce, in una intervista al Wall Street Journal, aveva invece affermato che la Banca centrale europea a settembre avrebbe annunciato un pacchetto di nuove misure di stimolo. In questo contesto di rallentamento dell'economia globale, la Bce metterà in campo nuove misure di stimolo che potrebbero includere «sufficienti e sostanziali» acquisti di bond così come un taglio dei tassi, aveva dichiarato Rehn. «È importante che noi interveniamo a settembre con un pacchetto significativo e di impatto», aveva aggiunto il banchiere.

Gli analisti si aspettano che il prossimo mese la Bce annuncerà un taglio di 0,1 punti percentuali del tasso sui depositi, attualmente attestato al -0,4%, un nuovo programma di quantitative easing che preveda acquisti di obbligazioni per circa 50 miliardi di euro al mese. Il governatore della Banca di Finlandia ha inserito le nuove misure di stimolo che saranno varate dalla Bce nell'ambito di una vasta gamma di rischi che stanno minacciando l'economia in Europa, tra questi la situazione politica instabile in Italia, il rallentamento economico in Cina, le incertezze sull'economia globale causate dalle tensioni della guerra commerciale tra Usa e Cina e infine la possibilità di una hard Brexit.

Stando ha quanto affermato da Rehn, le prospettive sulla crescita economica in Europa si sono deteriorate negli ultimi due mesi e questo peggioramento «giustifica un'ulteriore azione di politica monetaria, e questo è quanto intendiamo fare a settembre». 




 
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