Lazio, Milinkovic e la Sampdoria, con Marassi come stadio dei sogni: il serbo pronto per la prima a Genova

Lazio, Milinkovic e la Sampdoria, con Marassi come stadio dei sogni: il serbo pronto per la prima a Genova
di Daniele Magliocchetti
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Sabato 24 Agosto 2019, 07:35
Tonico, carico e concentrato solo sulla Lazio. Milinkovic è recuperato, corre spedito verso la Sampdoria ed è pronto a cominciare il suo quinto anno in biancoceleste. Nessuno avrebbe scommesso un euro che il serbo, a pochi giorni dall’inizio del campionato, potesse essere ancora a disposizione di Inzaghi. Probabilmente, nemmeno lui se lo immaginava. Prima di partire per le vacanze, aveva salutato tutti i compagni e a parecchi sembrava un addio. Invece, nonostante i continui contatti col suo manager, vari chiacchiericci e rumors di ogni genere su Juve, Manchester United e Psg, eccolo qui, ad allenarsi a Formello, a cercare di ritrovare ritmo e condizione migliore dopo il trauma distrattivo all’anca e prepararsi per la prima di campionato. E Sergej non poteva chiedere di meglio che ripartire da Marassi, uno stadio con cui ha un’affinità speciale sia che si giochi con il Genoa, sia che abbia davanti la Sampdoria, anche se più con i blucerchiati, soprattutto sotto la gestione Inzaghi dove la tradizione è più che positiva. 
TALISMANO
Il ventuno della Lazio è una vera e propria bestia nera per la Sampdoria. Due delle tre vittorie ottenute a Marassi da quando c’è Inzaghi, portano proprio la firma di Milinkovic-Savic, con due gol decisivi nei due successi, più assist e numeri pazzeschi in mezzo al campo. Una di queste magie, diventò virale sulla rete, con il serbo che agganciò con classe un pallone a campanile in mezzo al campo, si girò all’improvviso per avviare il contropiede e contemporaneamente saltò come birilli prima Torreira, Ramirez e Praet, poi facendo un tunnel a Barreto e verticalizzando per Immobile. Applausi anche dai tifosi blucerchiati. Per non dimenticare la gara del 3 dicembre del 2017, quando fu proprio il serbo che, dopo una partita anonima e con la Lazio sotto di un gol, si accese negli ultimi dieci minuti, segnando la rete del pareggio e, invece di esultare, andò a prendere il pallone in porta, facendo cenno ai compagni di tornare subito a centrocampo, gridandogli “la possiamo vincere”. E così accadde, con Caicedo che realizzò il gol-vittoria al novantesimo. Bella e perentoria, fu pure la rete di testa che s’inventò nel 2016 su assist di Felipe Anderson che portò in vantaggio la Lazio. E pure lì, i biancoceleste raccolsero l’intera posta in palio. Migliore motivazione per rientrare, il centrocampista non poteva averla. 
PREMIO MILIONARIO 
La piazza e a Inzaghi soprattutto, non pare vero di poter utilizzare Sergej per un altro anno ancora. Il giocatore ora è convinto di restare. La felicità è dettata pure da un sensibile ritocco che il patron laziale farà sul suo ingaggio. Una piccola motivazione in più. Non sarà direttamente sullo stipendio fisso, ma verranno alzati, e di parecchio, i bonus sui gol e sugli assist, un po’ quello che successe al primo anno di Immobile che, grazie ai quasi trenta gol che realizzò in biancoceleste, riuscì a guadagnare oltre tre milioni di euro. Se Sergej, ad esempio, farà una stagione simile a quella di due anni fa, quando siglò 14 reti e 10 assist, a fine campionato, potrebbe portarsi a casa oltre quattro milioni di euro. Niente male. Un trattamento che è stato riservato a Correa e che presto toccherà pure a Luis Alberto. Non è escluso che, come potrebbe accadere per il Tucu, anche per Milinkovic, alla fine Lotito decida di inserire una clausola rescissoria di oltre 120 milioni di euro. Ma questo si vedrà più avanti. Adesso Sergej pensa solo a giocare e con Marassi davanti, tutto può succedere. 
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