Come annunciato a maggio – allo scadere dell'ultimatum di 60 giorni intimato ai Paesi dell'Unione europea partner dell'accordo nucleare, affinché il patto fosse salvaguardato con delle misure ad hoc volte ad allentare gli effetti delle sanzioni statunitensi sul commercio – lo scorso 7 luglio l'Iran aveva aumentato il livello di arricchimento dell'uranio dal 3,67% stabilito dal Joint Comprehensive Plan of Action del 2015 al 5%, dando inizio alla seconda fase del piano per ridurre gli obblighi contenuti nell'accordo. Gli Stati Uniti avevano annunciato l'uscita unilaterale dall'accordo sul nucleare iraniano nel maggio del 2018.
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