Governo, la trattativa Pd-M5S: tra le ipotesi Cantone o Fico

Governo, la trattativa Pd-M5S: tra le ipotesi Cantone o Fico
di Alberto Gentili
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Mercoledì 14 Agosto 2019, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 15:10

«Quel tabellone ha qualcosa di magico, è la prova provata che i numeri per un governo ci sono. E sono abbondanti», Matteo Renzi esulta poco dopo la votazione nell'Aula del Senato che, con 161 no ha bocciato la proposta del ritrovato (chissà per quanto) centrodestra di anticipare a domani la discussione sulla mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte presentata da Matteo Salvini.

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Ma la partita è ancora tutta da giocare. Il capo della Lega, con quella che l'ex premier dem chiama «mossa della disperazione», ha tentato di riaprire i giochi. E di spingere i 5Stelle ad abbandonare la trattativa con il Pd e di tornare ad abbracciare l'ipotesi di un Conte-bis. Magari ritirando in extremis quella sfiducia che ancora ieri sera il capo della Lega diceva di voler mantenere. «Ma più per salvare la faccia, che per altro», sibila Renzi.

Di certo, c'è che la trattativa tra Pd e 5Stelle marcia. In giornata, uno dopo l'altro, anche Dario Franceschini e Maurizio Martina si sono schierati a favore di un governo di legislatura con 5Stelle, Leu, +Europa, Autonomia, peones vari. E, secondo molti sherpa, anche «ventisette senatori di Forza Italia».

L'idea è stata coniata dai fedelissimi di Nicola Zingaretti, Goffredo Bettini e Roberto Morassut, per evitare la scissione dei gruppi. E spingere il segretario fuori dall'angolo in cui l'aveva spinto Renzi. Ed è proprio il segretario dem a condurre la trattativa (senza troppa convinzione, per la verità) con i grillini. In primis con Roberto Fico, il presidente della Camera dato come possibile premier. Anche se le quotazioni più alte sono appannaggio dell'ex presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone o dell'ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Flick, da sempre gradito a 5Stelle al pari di Cantone.
 


Due nomi più digeribili per il Pd: «Se vogliamo fare un governo che duri fino al 2023 non possiamo consegnarlo in mano a Fico, a meno che non ci limitassimo all'appoggio esterno», dice uno sherpa del Pd che conduce la trattativa, «ma una formula del genere sarebbe troppo fragile, non garantirebbe la durata dell'esecutivo che, tra le altre cose, ha come priorità quella di garantire che nel 2022 non siano Salvini e Meloni a scegliersi il prossimo presidente della Repubblica».

Renzi non ha nulla da dire sul fatto che sia Zingaretti a trattare con i 5Stelle: «Vogliono lui come interlocutore e per me non c'è alcun problema a lasciare che sia Nicola a svolgere questo compito». Tanto più che, in caso di fallimento dell'operazione, l'ex premier potrebbe scaricare sul segretario la colpa del (probabile) naufragio.

LE TANTE CRITICITÀ
Un governo di legislatura con i 5Stelle non è impresa facile. Le ferite della guerra senza esclusione di colpi tra i due partiti sono ancora profonde. E profonde sono anche le distanze programmatiche. «Ma vale la pena di provare. Qui è in gioco il destino dell'Italia. Se si andasse alle elezioni e vincesse Salvini, in pochi mesi rischieremmo di ritrovarci fuori dall'Unione europea, così come chiede Putin, l'amico del leader leghista», dice il dem Ettore Rosato.

L'eventuale accordo di governo con i 5Stelle non farebbe comunque svanire la minaccia di Renzi di formare gruppi autonomi in Parlamento. Perché in questo modo non dovrebbe raccogliere le firme per presentare le liste del suo (probabile) nuovo partito alle elezioni. E soprattutto perché i gruppi renziani potrebbero accogliere i transfughi di Forza Italia: «Ci sono ventisette senatori forzisti pronti a passare con noi», garantisce un renziano a palazzo Madama.

Ma c'è di più. C'è che anche se fallisse l'ipotesi del governo di legislatura, l'ex premier è già pronto a lavorare a un governo breve. I numeri ci sarebbero. Non a caso Renzi afferma: «Governo di legislatura? Non mi impicco alle formule».

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