Reddito di cittadinanza, Roma dopo Napoli: erogati 33mila sussidi

Un Caf di Roma
di Francesco Pacifico
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Martedì 13 Agosto 2019, 12:23
Quasi 33mila romani hanno chiesto e ottenuto finora il reddito e la pensione di cittadinanza. Per la precisione sono state 32.905 le domande autorizzate dall'Inps fino a luglio contro le circa 7mila respinte su 54.885 presentate nella Capitale. E che riguardano in totale 110mila persone, considerando per intero i familiari a carico. Tutti numeri che fanno della Città eterna la seconda in Italia, dopo Napoli (con 36.399 pratiche), per numero di sussidi erogati. Un dato che in fondo non deve sorprendere, in un comprensorio con le grandi aziende in fuga e lo stop ai cantieri, la disoccupazione vicina al 10 per cento, oltre 21mila persone che nel 2018 hanno bussato alla porta della Caritas e, soprattutto, il 40 per cento dei residenti che dichiarano meno di 15mila euro all'anno. Con il risultato che il sussidio medio del reddito in città è di 509,03 euro contro i 526 euro pagati a livello nazionale; la pensione di cittadinanza è di 219,34 euro a fronte dei 207 elargiti in tutto il Paese. La media comprensiva dei due provvedimenti è di 466,79 euro, quasi identica a quella nella Calabria, l'area più povera in Italia, con i suoi 467 euro.

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L'IDENTIKIT
Ma chi sono a Roma i cittadini che hanno chiesto il reddito? Ne scaturisce uno spaccato dove ci sono più donne (63 per cento), single (40 per cento contro il 37 per cento dei coniugati, mentre il 16 è divorziato e il restante 7 è vedovo), con più italiani e pochi stranieri (il 20 per cento) e che risiede tra le zone semicentrali e le periferie. Il più giovane è un ragazzo di 19 anni, che ha detto di sperare più nella politiche attive legate al reddito; la più vecchia una centenaria, morta due mesi dopo aver ricevuto a casa la social card. Restando all'età, si scopre che il 7 per cento dei percettori ha tra i 19 e i 30 anni, il 14 tra i 30 e i 40, il 24 tra i 40 e 50, il 26 tra i 50 e 60, il 30 per cento supera la sessantina. Le regole d'ingaggio prevedono che l'Isee non possa superare i 9360 euro all'anno. A Roma il 17 per cento ha dichiarato un reddito patrimoniale pari a zero, l'11 per cento non supera i 200 euro. Secondo il sociologo Marco Accorinti, docente all'università di Roma Tre che ha studiato l'indigenza a Roma, la platea è trasversale. «Intanto perché nella Capitale aumentano le categorie più a rischio di esclusione: le famiglie numerose con i nonni a carico, stranieri, padri e madri divorziati con obbligo di mantenimento dei figli, i lavoratori over45 usciti dal mercato del lavoro. Con le singole situazioni che peggiorano in periferia, non tanto perché degradate, quanto perché lontane dai luoghi di produzione». In estrema sintesi, il reddito rompe (in negativo) le barriere geosociali. Una tendenza che risulta chiara da un'analisi che le Acli di Roma hanno svolto sulle domande presentate nei suoi patronati. La maggiore ondata di domande per il reddito di cittadinanza è arrivata dal quadrante sud est della Capitale: tra l'VIII e il IX Municipio che abbracciano Ostiense, l'Appia e, soprattutto, la Garbatella. Parliamo del 22 per cento del totale.

Spiega Lidia Borzi, presidente delle Acli romane: «Il disagio è sempre più trasversale in tutta Roma.
Lo dimostrano i numeri della quasi centrale Garbatella, dove però è forte la presenza di case Ater». Nella direttrice verso nord che unisce il Flaminio (e la Flaminia) con la Cassia da un lato e la Bufalotta e Fidene a Nordest è stato presentato il 15,9 per cento delle domande. Seguono in questa classifica, il comprensorio tra Tusculano e Appio Latino (il 13 per cento), la centrale Trastevere - con l'11 per cento - Torrevecchia e Tiburtino con un 9 per cento ciascuno e Centocelle con il 4,5 per cento. Conclude Lidia Borzi: «Il reddito avrà successo se porterà lavoro in periferia. Qui, abbiamo raccolto le maggiori contraddizioni. Penso al vedovo che a Corviale non si è visto accettare la pratica perché, dopo la morte della moglie, è stato costretto ad andare a vivere a casa del padre, vedendo aumentare il proprio reddito familiare. Ai due pensionati del Tiburtino senza pensione di cittadinanza perché in due superano i 6mila euro o un ragazzo della Garbatella, rimasto senza reddito perché ha uno scooter 150. Sconcertato perché l'ha ottenuto un suo amico con un Suv, anche se un po' vecchiotto». Francesco Pacifico © 
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