Pau Lopez è convincente in una Roma all'antica

Pau Lopez è convincente in una Roma all'antica
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 12 Agosto 2019, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 09:30
Una Roma all’antica, così almeno all’inizio, al fischio. Di nuovo c’è il solo Pau Lopez in mezzo alle “vecchie” glorie, che poi è la cucciolata composta da Under, Zeniolo, Pellegrini e i grandi senatori Perotti, Kolarov e Dzeko, più Florenzi, Fazio etc etc. Tutte facce note all’Olimpico, tranne quella dello spagnolo, che svolazza qua e là, prende gol e si difende degnamente in tante altre situazioni, vedi su Benzema e Jovic. Doveva far vedere di essere bravo con i piedi, di personalità. Tutto verificato e verificabile, si attendono partite vere e qualche parata in più. Ma lui fa, per ora, il suo e anche di più. Convincente. Certe volte Fonseca ha dato spazio dal primo minuto a Mirante, stavolta è successo il contrario e Pau Lopez ha giocato per tutta la partita. La gerarchia, dunque, è definita. 

LA RIPRESA 
Tempo un’ora di gioco, ecco altre facce nuove: Diawara e Spinazzola. L’ex Napoli si mette in mezzo, tocchetta, gioca di prima, stavolta non sbaglia. Studia per crescere, è giovane: bisognerà solo capire, via via, di che livello parliamo e che giocatore sarà in prospettiva. Al momento è il vice Pellegrini, perché Fonseca si sta innamorando di Cristante come secondo di centrocampo e dell’equilibrio che sta dando alla squadra, cosa che non si è vista quando Amadou ha giocato al fianco di Lorenzo. Il sorridente Spinazzola lo vediamo a destra, al posto di Florenzi. Ovvio, con questo Kolarov, il lato debole è l’altro, il destro, e Spina ci si infila, finché può, finché Paulo glielo concede e finché Petrachi non decida di comprare un terzino. Leo intanto è tipo Forrest Gump, dove lo metti, corre. E sorride. Mancini se ne sta fuori, in attesa di altri test. C’è un altro nuovo, ma per ora non pervenuto. E’ Veretout, di lui in questo mese nemmeno l’ombra. Ma quanto dura questa riatletizzazione? Magari oggi lo rivedremo in gruppo. E il primo ad esserne felice sarà proprio l’allenatore, al quale serve maggiore personalità con palla tra i piedi e quando ce l’hanno gli altri. Ecco perché serve testare quanto prima Veretout.
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