Sentinella della pioggia: ecco la nona puntata sul Messaggero

Sentinelle della pioggia: ecco la nona puntata sul Messaggero
di Tatiana De Rosnay
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Domenica 11 Agosto 2019, 12:05 - Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 15:46

Linden è sul letto, a rimuginare sugli eventi della giornata, quando bussano alla porta. Apre. Una ragazza si lancia su di lui in un turbinio di riccioli neri. È la nipote Mistral.

Tra loro c'è sempre stato un legame speciale. Diventa più alta ogni volta che la vede. È tutta Lauren, ha il suo fascino. Per tutti i suoi diciotto anni, Mistral ha fatto egregiamente da madre alla propria madre.
Vuole sapere tutto di Papy. È preoccupata. Vuole andare in ospedale, vuole aiutare. La imbarazza che la madre non riesca ad andare. Pensava che avesse superato l'incidente.

Linden è colpito dalla padronanza di sé che dimostra. Ha già programmato tutto. In due anni avrà finito gli studi di moda, poi vuole lavorare a New York per qualche grande atelier, se ha qualche dritta sarà felice di ascoltarlo, ma non vuole essere un peso. Bisogna comunque dirlo che è la nipote di Linden Malegarde; potrebbe tornare utile, no? Farebbe di tutto per aiutarla. Lei lo ringrazia, spiegando l'urgenza che ha di andare via di casa. Vivere con Colin è diventato insostenibile; il suo problema con l'alcol è un incubo. Vuole sapere come sta lui, come sta Sacha. Vuole che Sacha la porti di nuovo all'opera, che Linden le racconti dei personaggi famosi che ha fotografato di recente.

Hai già capito tutto tu, no? Ragazza intelligente.
Mistral fa spallucce. Anche lui alla sua età aveva già capito tutto, no? Eh no, non aveva capito niente lui. A diciannove anni era via da casa da due anni, ma era stato solo da Candice. La sua famiglia non sapeva nulla della sua vita privata. Quando era andato a vivere altrove, non era ancora del tutto pronto. Lavorava in un laboratorio fotografico e aveva storie di cui nessuno sapeva nulla. Episodi veloci da dimenticare, che lo facevano solo sentire più solo. Poi c'era stato Hadrien, la storia d'amore più triste e dolce che abbia mai vissuto. Hadrien, e rue Surcouf. Era finita in modo così orrendo. Linden si era sentito più solo che mai. La madre che continuava a chiedergli se avesse una ragazza.

Mistral rotea gli occhi. Ma davvero te lo chiedeva? Sì, fino a quando ha trovato il coraggio di dirle che era gay, a ventiquattro anni.
Ricorda chiaramente quel giorno di primavera del 2005.
E allora, quand'è che lei e suo padre avrebbero conosciuto la sua fidanzata? Ricorda gli occhi carichi di aspettative. Aveva detto una cosa tipo Non c'è nessuna fidanzata. E visto che lei sembrava non capire, aveva aggiunto C'è un fidanzato. Lei era rimasta in silenzio, poi era arrivato un piccolo Oh.
Mistral non riesce a credere che la nonna abbia detto solo Oh. Cosa era successo poi?
Lauren si era alzata, feceva su e giù per la stanza. Lo sapeva qualcun altro? Lo sapeva Candy. Candy? Da quando? Gliel'aveva detto nel 1998, quando aveva diciassette anni. Lauren sembrava esterrefatta. Sette anni prima?

Poi la madre aveva detto la frase che ancora oggi lo faceva soffrire. Non so come la prenderà tuo padre. Era uno shock assoluto, di sicuro lo capiva no?
Com'era possibile che la madre non se ne fosse accorta? Se ne erano accorti quei ragazzini a Sévral, quando era poco più che un adolescente. Era chiaro, non voleva accorgersene.
Linden si era alzato in piedi e le aveva detto Tua sorella mi disse che non era delusa e che mi voleva bene come sempre.
Il viso di Lauren era crollato. Singhiozzava. Poi, tornata in sé, aveva mormorato un Mi dispiace. Non capì mai di cosa si stesse scusando. Poi abbracciandolo gli aveva detto che avrebbe lasciato che fosse lui a dirlo al padre.
E a Papy l'hai mai detto?
No. Non gliel'ho mai detto. E non so cosa sa.
Più tardi, dopo essere stato a cena con Tilia e Mistral, Linden trova alla reception un messaggio dalla direttrice dell'albergo. È dispiaciuta che debba dividere la stanza con la sorella, soprattutto ora che c'è la nipote. L'albergo è pieno, ma c'è una stanza nell'attico a sua disposizione. È riscaldata ma senza bagno. Gli andrebbe di dividerlo con la sorella?

Linden viene accompagnato all'ultimo piano. La stanza è lunga e stretta, un letto singolo spinto in un angolo. Il picchiettare della pioggia arriva dritto dal tetto. Non c'è tv, né Wi-Fi.
Durante la cena Linden aveva chiamato l'ospedale e l'avevano informato che le condizioni di Paul erano stabili. Per quanto riguarda Lauren, a fine giornata erano andati a trovarla. Era devastata, pallida. L'unica parola che aveva pronunciato in una specie di rantolo era il nome del marito.
Linden aveva guardato il notiziario dalla sorella. L'aspetto più preoccupante dell'alluvione era l'accumulo d'acqua nelle fognature sotterranee. L'acqua cresceva lentamente, ma con stabilità. Le previsioni erano tetre. Il governo adesso interveniva a pieno ritmo. Oriel aveva ragione.

Tornato nella sua stanza nell'attico, Linden si sente stremato. La schiena gli fa male, e anche la testa. La pioggia che si schianta sul tetto sembra rumorosa in modo innaturale. Dopo un po' si abitua. Chiude gli occhi e sprofonda nelle tenebre.

Il profilo della modella è sublime, la pelle sembra di porcellana. Le chiede di mettersi in posa, ma lei non lo fa. Si avvicina per parlarle. Le lacrime le scorrono sul viso rovinandole il trucco. Le chiede cos'è che non va e lei scuote il capo. Inizia a scattare. Lei singhiozza in silenzio, lascia che lui scatti una foto dopo l'altra. Poi crolla sul pavimento. Corre verso di lei, la aiuta ad alzarsi. Lei lo guarda, poi dice Mio padre è morto. Lo urla con tutto il fiato che ha. La fa sdraiare, la copre, lei singhiozza, poi si addormenta. C'è qualcuno nella stanza insieme a loro; vede due figure chine vicino alla sua attrezzatura. Uno dei due avanza furtivamente, prende la Leica. È l'unico oggetto a cui tiene. Una leggera rabbia inizia a consumarlo. Sono un uomo e una donna. Lei indica lo smartphone accanto al letto della modella. Si avvicina per prenderlo strisciando. Quando sta per afferrarlo Linden, dalla sedia, porta entrambi i piedi al centro della schiena della donna e la schiaccia con tutta la forza che ha. Poi afferra l'uomo, lo colpisce con un pugno e si riprende la Leica.

Si sveglia di soprassalto. Il cuore gli batte forte. Si alza per controllare che la Leica sia sempre lì. Si veste, prende l'iPad e scende. Sono le quattro del mattino. L'albergo è deserto, ma nella lobby le luci sono accese. Si accorge di un messaggio di Tilia: Dopo che sei salito sono tornata da mamma. Dormiva, era più fresca. Ho guardato il cellulare e c'erano dozzine di chiamate e di sms di Jeff VDH. Bullo, non era il suo fidanzato di prima di papà?

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