Codice rosso, Bongiorno: «Mai più denunce di violenza in giacenza sulle scrivanie»

Il ministro Giulia Bongiorno
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Venerdì 9 Agosto 2019, 12:19 - Ultimo aggiornamento: 12:20

«Con il Codice Rosso mai più denunce di violenza in giacenza sulle scrivanie». Lo scrive su Twitter il ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Buongiorno, ricordando che oggi entra in vigore la nuova legge. «Finalmente un aiuto concreto alle vittime di violenza»
«Con questa legge lo Stato potrà finalmente intervenire con misure chiare ed efficaci contro il femminicidio, lo stalking e contro ogni forma di violenza di genere, a tutela dei soggetti più indifesi, tra quali i minori», scrivono i deputati del M5S in commissione giustizia.  
Mara Carfagna, vice presidente della Camera, ha proposto 
«che un miliardo di euro venga stanziato subito per rafforzare e sostenere le forze dell'ordine, spesso sole in prima linea ad affrontare la piaga gravissima delle violenze domestiche». 
Ecco cosa prevede il Codice Rosso
Denunce e indagini: la polizia giudiziaria dovrà comunicare al magistrato le notizie di reato di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate avvenute in famiglia o tra conviventi. E la vittima dovra' essere sentita dal pm entro 3 giorni dall'iscrizione della notizia di reato.
Violenza sessuale: le pene salgono a 6-12 anni rispetto a oggi, quando la reclusione minima è di 5 anni e quella massima di 10. La violenza diventa aggravata in caso di atti sessuali con minori di 14 anni a cui e' stato promesso o dato denaro o qualsiasi altra cosa utile.
Stalking: la reclusione passa dai 6 mesi-5 anni com'e' oggi, al range del minimo di un anno al massimo di 6 anni e sei mesi.
Botte in famiglia: per maltrattamenti contro familiari o conviventi, la reclusione passa dagli attuali 2-6 anni a 3-7 anni; la pena è aumentata fino alla metà se il fatto avviene in presenza o ai danni di un minore, di una donna in gravidanza, di un disabile oppure se l'aggressione è armata.
Revenge porn: chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda foto o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito di una persona senza il suo consenso, rischia da uno a sei anni di carcere e una multa da 5000 a 15.000 euro. 

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