Agguato a Roma, gli amici della vittima contro i giornalisti: «Andate via infami»

Agguato a Roma, gli amici della vittima contro i giornalisti: «Andate via infami»
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Giovedì 8 Agosto 2019, 11:27
«Levate ste telecamere, andate via, infami». Momenti di tensione in via Lemonia, a pochi passi dal parco degli Acquedotti dove è stato ucciso con un colpo d'arma da fuoco Fabrizio Piscitelli. A parlare sono gli amici di Diabolik. A ripostare la calma, invece, è Angela, la sorella della vittima: «È un momento di grande dolore, non mi fate parlare. Ho rispetto del vostro lavoro, ma voi dovete rispettare me». Ma le intimidazioni verso chi cercava di riprendere la scena del delitto, di fare domande ai presenti, di capire, sono pesanti e ripetono un copione già visto altre volte a Roma (e non solo), nei blitz contro camorra, 'ndrangheta, mafia, nelle zone della città occupate dai criminali.

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«Le minacce ai giornalisti presenti sul luogo del delitto di Fabrizio Piscitelli non solo devono essere condannate, ma perseguite. Ascoltare le minacce lascia veramente impressionati. Mi auguro che la magistratura intervenga con decisione», dice il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra parlando dell'agguato in cui è stato ucciso il capo ultra della Lazio Diabolik.

 


«Una vera e propria esecuzione mafiosa nella Capitale, un capo ultrà cui avevano sequestrato due milioni di euro - aggiunge Morra - Numeri e fatti che danno la dimensione non solo degli intrecci tra sport e criminalità, ma anche di quanto la criminalità abbia affondato le radici a Roma».

«Non molto tempo fa ci sono state le minacce alla sindaca Raggi, che qualcuno voleva derubricare a poca cosa, mentre troppa politica si è distratta.
Una distrazione colpevole e complice. C'è bisogno - conclude Morra - di aumentare la pressione sui clan storici di Roma e spezzare intrecci terribili come quelli che rappresentava un personaggio rilevante come Piscitelli. Non si deve fare nessun passo indietro».


 
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