Campidoglio, la ritirata dei generali: lascia il capo della Protezione civile

Palazzo Senatorio
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 8 Agosto 2019, 11:02
«I generali? Battono in ritirata». La battuta, facile, circola da ieri pomeriggio nei corridoi del Campidoglio, tra ghigni e imbarazzi. Perché nel giro di venti giorni, si è dimesso il secondo alto ufficiale ingaggiato da Virginia Raggi e messo a capo di uno dei dipartimenti chiave dell'amministrazione. Dopo l'addio di Silvio Monti, generale di brigata rimasto al vertice dell'ufficio Ambiente per un mese scarso, a lasciare Palazzo Senatorio è Giovanni Savarese, altro militare di grande esperienza, al timone della Protezione Civile di Roma dal 27 maggio.

Anche per lui, come per il collega di stellette, la rinuncia all'incarico in Comune è dettata da «motivi personali» non meglio precisati. Chi ci ha lavorato in queste settimane di mandato rivela però che «da qualche tempo non partecipava più alle riunioni», nonostante sia un periodo delicatissimo, per il suo ufficio, vedi il rischio incendi sempre dietro l'angolo a queste temperature. Di recente ha dovuto sostituire Savarese l'ex capo della Protezione Civile, Diego Porta, promosso da mesi ad altro incarico, coi galloni di vice-direttore generale del Comune con delega al Turismo e al Commercio. Insomma, tutti altri settori.

IL FLOP
La «nuova epoca» annunciata da Virginia Raggi, di fatto, rischia di finire subito e con l'eco di un clamoroso fiasco. I generali che nei piani della sindaca avrebbero dovuto stabilirsi a Palazzo Senatorio per rimettere in carreggiata la paludosa macchina burocratica dell'Urbe, sono sempre di meno.
Sono rimasti in tre, tutti collocati in uffici minori, nessun dipartimento: le Risorse Umane dei vigili, affidate al generale Paolo Gerometta, la direzione dei Servizi Digitali, gestita da Giovanni Calcara, la Scuola di Formazione comunale, assegnata al generale di Brigata Giuseppe Morabito.

Il primo a dimettersi, il 15 luglio, è stato Silvio Monti, alla guida del Dipartimento Ambiente, forse l'ufficio più delicato del Campidoglio, in questa fase, perché gestisce due settori precipitati in una crisi da cui è difficile uscir fuori: gli alberi che vengono giù a un ritmo mai visto (+730% di crolli solo dal 2016 al 2018) e i rifiuti che tracimano dai cassonetti invadendo strade e marciapiedi. Ieri ha lasciato anche Savarese.
Alla formula dei generali in prestito la sindaca credeva molto, tanto da annunciare appunto l'avvio di una «nuova epoca», sull'onda della «profonda sinergia sviluppata con il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta». Ministro a 5 Stelle, che l'anno scorso ha riformato gli elenchi dei militari in ausiliaria, quelli che, tra i 60 e i 65 anni, in alternativa al congedo possono iscriversi a una lista da cui pescano le amministrazioni di tutta Italia.

L'obiettivo era portare al Comune di Roma ufficiali esperti delle Forze armate, per affidare loro gli uffici in grande affanno. «Si tratta di professionalità di primissimo livello, con alle spalle una vita intera dedicata alle istituzioni, con risultati autorevolissimi», diceva Raggi. Ma almeno in Comune questi risultati non si vedranno.
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