Reddito di cittadinanza: lavoravano in nero come guardiani e caporali, 8 persone denunciate

Reddito di cittadinanza: lavoravano in nero come guardiani e caporali, 8 persone denunciate
3 Minuti di Lettura
Venerdì 2 Agosto 2019, 09:07 - Ultimo aggiornamento: 09:12

Otto persone sono state denunciate, a vario titolo, per caporalato, lavoro nero e truffa ai danni dello Stato per indebita percezione del reddito di cittadinanza. Nel corso di un'operazione sul litorale dell'Alto ionio cosentino, i finanzieri della Tenenza di Montegiordano, nell'ambito di un'operazione sul litorale dell'Alto Ionio Cosentino, hanno scoperto due lavoratori irregolari che, nonostante percepissero il reddito di cittadinanza lavoravano, rispettivamente, come guardiano notturno in un lido balneare e in un negozio di generi alimentari.

Il Reddito di cittadinanza vola nelle regioni del lavoro nero

Reddito di cittadinanza, l'importo medio dell'assegno è di 526 euro nei primi tre mesi

 





I due sono stati denunciati alla Procura di Castrovillari per violazione del D.L. 4/2019 e truffa aggravata. Nel corso dell'operazione, altre due persone sono state denunciate per caporalato, uno per reclutamento e uno in qualità di titolare di un'azienda agricola. Gli operai reclutati erano costretti a lavorare in violazione della normativa in materia di sicurezza e percepivano una paga ampiamente difforme rispetto al contratto. Trovati anche 10 lavoratori in nero e 6 irregolari (di cui uno straniero sprovvisto di permesso di soggiorno) intenti a prestare la propria attività in alcune e strutture turistiche. Ai titolari delle attività sottoposte a controllo sono state irrogate sanzioni amministrative pari a 19.800 euro per l'impiego dei lavoratori in nero.

Caporalato: 8 persone denunciate dalla Finanza. Sono otto le persone denunciate per il reato di intermediazione illecita di manodopera, cosidetto caporalato, lavoro nero e truffa ai danni dello Stato per indebita percezione del reddito di cittadinanza. Le operazioni eseguite dai Finanzieri si sono svolte attraverso interventi mirati, eseguiti direttamente nei luoghi in cui i lavoratori venivano impiegati, nonché attraverso il controllo degli automezzi in transito sulla statale 106 Jonica.

Nel corso delle attività sono stati denunciati due caporali, uno per reclutamento e uno in qualità di titolare di azienda agricola, per utilizzo e impiego illegale di manodopera, i quali rischiano la pena della reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato. Le indagini condotte dai Finanzieri hanno consentito di mettere in luce gli indici di sfruttamento dell'intermediazione illecita e del lavoro richiesti dalla normativa sul caporalato. In particolare, gli operai reclutati, costretti a lavorare in violazione della normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, in quanto sprovvisti dei prescritti dispositivi di protezione individuale (calzature antiscivolo, guanti, casco con visiera protettiva), percepivano una paga ampiamente difforme rispetto alle previsioni del contratto collettivo nazionale o comunque sproporzionato rispetto alla qualità e quantità del lavoro prestato.

Scoperti anche 10 lavoratori in nero e 6 irregolari (di cui 1 straniero sprovvisto di permesso di soggiorno) intenti a prestare la propria attività lavorativa presso alcune strutture turistiche. Due lavoratori irregolari sono risultati percettori di reddito di cittadinanza e quindi segnalati all'Autorità Giudiziaria per violazione delle Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni che prevede la reclusione sino a 6 anni e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, che prevede la pena sino a 7 anni di reclusione. In particolare, uno dei due che percepivano il reddito di cittadinanza lavorava in un lido balneare come guardiano notturno mentre l'altro presso un esercizio di generi alimentari. Per i titolari delle attività commerciali sottoposte a controllo sono state irrogate sanzioni amministrative pari a 19.800 euro, per l'impiego dei lavoratori in nero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA