Che triste il Campidoglio senza gli show di Ferrara

Che triste il Campidoglio senza gli show di Ferrara
di Simone Canettieri
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Giovedì 1 Agosto 2019, 01:05
Era - ed è - un tipo generoso, Paolo Ferrara, il primo capogruppo del M5S. Colui che entrò, sudato e con le palpitazioni, all’hotel Forum il giorno in cui Beppe Grillo era pronto a far uscire un post per chiedere le dimissioni di Virginia Raggi dopo l’arresto di Marra. «Passai un brutto quarto d’ora». Paolo Ferrara da Ostia è stato il kamikaze delle polemiche e anche delle gaffes. Come quando rispose alle critiche del New York Times sulla città sporca così: «Il giornale concentri le energie sulla sua città dove ci sono gabbiani grandi come condor che fanno colazione direttamente da Mac Donald’s». Peccato che poi allegò a questa stoccata via twitter la foto di un gabbiano che sbocconcellava sui tavolini della Capitale.



Un personaggio, Paolino. Un’altra volta, in polemica con il Pd, condivise con gusto il video di un tizio che bruciava la tessera dei dem. E un’altra volta ancora si lanciò nella tutela dello scranno dove sedeva Raggi ai tempi di Marino, che rischiava di essere occupato dall’ex grillina Grancio: «Il banco di Virginia è come la maglia di Totti». Uno spasso. Poi è finito nell’affaire sullo stadio (con l’amico del cuore Marcello De Vito) e ha perso i galloni di capogruppo. L’inchiesta è finita con un’archiviazione, ma Ferrara si è un po’ defilato. Un peccato.
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