Odissea sul treno fermo, la rassegnazione dei passeggeri: tutti al telefono per capire

Odissea sul treno fermo, la rassegnazione dei passeggeri: tutti al telefono per capire
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Lunedì 22 Luglio 2019, 14:06

A Milano, stazione Rogoredo, si era appena affacciata l'alba, alle 5.30. In stazione, in attesa del treno 9903 di Italo, direzione Napoli, solo facce assonnate, troppo anche per stare sui telefonini. L'unica reazione, scacciare le zanzare affamate. Il treno arriva puntuale alle 5.45 e, fino alla fermata di Bologna, tutto fila liscio come l'olio. È dopo che cominciano i problemi. Il convoglio rallenta, «ma tanto recupera in galleria verso Firenze, fa sempre così», dicono i viaggiatori abituali, con una certezza così incrollabile da rasserenare i passeggeri. E invece no, il treno va sempre più piano, e a malapena arriva a Firenze, dove si ferma senza ripartire. Passa mezzora, arriva il primo annuncio: «La circolazione ferroviaria da Nord a Sud è fortemente rallentata per tutti i treni in transito nel nodo di Firenze. Ci stiamo informando per i tempi di sosta previsti per la ripresa della marcia». La fiducia incrollabile crolla. Gli sguardi dei viaggiatori, prima sonnolenti, diventano a mano a mano preoccupati, a tratti rabbiosi. Le telefonate ad amici e parenti, ma soprattutto a datori di lavoro, si accavallano. «Arriverò con almeno tre ore di ritardo, il treno è fermo», è l'eco che si rincorre di carrozza in carrozza. Anche le notizie si susseguono, l'incendio doloso a una cabina elettrica è ormai una certezza per tutti, ma non basta a nessuno. La vera domanda è: quando ripartiremo?

Le porte suonano e si chiudono dopo pochi secondi: si riparte da Santa Maria Novella in direzione Roma. Ma l'esultanza dura pochi minuti: il treno si ferma nuovamente a Firenze Campo di Marte. L'annuncio continua a ripetere sempre la stessa frase, ma stavolta aggiunge: «Per ragioni di sicurezza è assolutamente vietato aprire le porte di salita e discesa. Ci scusiamo per il disagio, grazie per la comprensione», il tutto anche in inglese. A Firenze Campo di Marte il treno resta fermo per due ore. I forzati della sigaretta chiedono al personale di bordo di aprire le porte, e alla fine queste si aprono. «Io sono salita a Firenze - spiega Silvia, in viaggio verso Roma - sul tabellone si parlava di un ritardo di trenta minuti, e invece siamo qui da oltre due ore. E scopro, solo ora che le porte sono chiuse, a poche centinaia di metri da dove sono salita, che se rinuncio a viaggiare mi viene rimborsato il 100% del costo del biglietto».

Quando si aprono le porte, Silvia e la sua collega non spengono nemmeno il pc e si precipitano giù dal treno: «Tanto ormai gli appuntamenti che avevamo a Roma sono saltati. Almeno ci rimborseranno il biglietto. Magra consolazione». Il personale del treno passa e comunica che per i passeggeri sono a disposizione bottigliette di acqua. I distributori automatici di snack e bevande sono stati presi d'assalto e sono quasi vuoti. Il treno riparte, stavolta l'ottimismo lascia il posto alle dita incrociate: «Speriamo non si fermi di nuovo tra pochi metri». E invece no, il 9903 procede dritto fino a Roma Termini impiegandoci anche trenta minuti in meno del previsto su quella tratta. I passeggeri scendono con tre ore di ritardo e sembra la scena di Armageddon al rallentatore. I sopravvissuti fortunati incrociano gli sguardi di chi ancora sul treno non ci è salito. «Buona fortuna», azzarda qualcuno, facendosi largo tra chi ormai è seduto a terra sconsolato e chi è in fila per chiedere spiegazioni. I più ottimisti guardano il tabellone come se ammirassero la luna.
 

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