Nuovo stop alla crescita, stagnazione alza asticella manovra. Upb: pil 2019 al +0,1%

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria
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Venerdì 19 Luglio 2019, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 18:57
Nuovo stop alla crescita. E un debito volato al 134%: la legge di bilancio 2020 assume sempre più le sembianze di un rebus, con il rischio di un cortocircuito con la crisi politica che appare scongiurato al momento, ma pronto a innescarsi a settembre, se dovessero riattizzarsi le fibrillazioni nella maggioranza con la possibilità concreta di
un voto proprio nel mezzo della sessione di bilancio. Un'ipotesi che al momento non sembra preoccupare i mercati, con lo spread che oscilla comunque sotto i 200 punti e che chiude la settimana a quota 193, in lieve rialzo sul giorno precedente. Il governo protagonista degli scontri con l'Ue per gli zero virgola di deficit fronteggia una crescita appesa proprio agli zero virgola: «dopo il timido accenno di ripresa del primo trimestre dell'anno, l'economia italiana ha subito un nuovo stop» e si fermerà nel 2019 allo +0,1% di crescita 2019, certifica l'Unione parlamentare di bilancio.

Un dato inferiore allo 0,2% stimato dal governo, che già di per sé fa ballare l'impalcatura dei conti pubblici 2019 anche a valle del decreto 'salva contì con i suoi sette miliardi di risparmi serviti per evitare una procedura Ue. Gli economisti prevedono un -0,1% per il Pil del secondo trimestre, che se proseguisse farebbe prefigurare una seconda recessione in breve tempo. Un'altra tegola arriva dall'Unione europea che stima un debito italiano - secondo solo a quello greco - salito al 134% del Pil nel primo trimestre: in base al Def deve fermarsi al 132,8%, comunque in rialzo dal 132,2% del 2018. E una crescita più bassa non aiuta.

Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, da giorni avverte dei rischi sulla crescita italiana derivanti dall'andamento
dell'economia globale. Con i lavori per la manovra già iniziati, il primo impegno è quello di disinnescare gli aumenti di Iva messi nero su bianco per 23 miliardi per far quadrare il Def. Cui si aggiungerebbero 10-15 miliardi per la flat tax voluta dal vicepremier Matteo Salvini, sei miliardi per l'ipotesi di abolizione del bollo auto e altri sei per il salario minimo a 9 euro, se l'altro vicepremier Luigi Di Maio tirerà dritto sulle promesse fatte sui media.

Cinquanta miliardi da trovare e una crescita 2020 stimata dall'Upb allo 0,7% (0,4% nel caso di aumento dell'Iva), inferiore allo 0,8% del Def. Soldi per i quali le risorse vengono indicate - al momento - in tagli di spesa corrente, risparmi dal reddito di cittadinanza e quota 100 (inferiori ai due miliardi secondo le stime Inps) e un calo dello spread in zona 190, lontano dai picchi degli scorsi mesi ma difficile da mettere a bilancio a fronte di spese certe.

Dunque la sfida posta dagli impegni di Lega e Cinque Stelle (e dal Parlamento che chiede di non alzare l'Iva) è alta per il ministro dell'Economia. Che in più, non appartenendo né all'una né all'altra formazione politica, in tempi di volatilità politica così alta deve necessariamente guardare alla guida del Quirinale, la cui priorità è scongiurare ogni ipotesi di esercizio provvisorio. I tecnici sono già al lavoro per trovare risorse, Tria evoca spesso un «lavoro condiviso» fra i partiti per la manovra. E il premier Giuseppe Conte oggi rassicura: il governo rispetterà gli impegni, «compresa la manovra» ed è al lavoro «per un'ampia riforma fiscale».

La priorità è mettere al sicuro coperture per l'Iva. L'ipotesi nel caso di scenario peggiore è lasciare un bilancio
solido rispetto agli obiettivi e impegni con l'Ue, tanto più se la tensione politica sfociasse in una crisi con elezioni dopo l'estate. Quale che sia l'esito delle tensioni fra Lega e Cinque Stelle, i tempi della sessione di bilancio non concedono scampo: entro il 27 settembre va presentata alle Camere la Nota di aggiornamento al Def (da approvare da entrambi i rami del Parlamento) per rivedere le previsioni economiche e di finanza pubblica e gli obiettivi programmatici. Poi, entro il 15 ottobre va presentato il documento programmatico di bilancio ed entro il 20 il disegno di legge di bilancio. Entro il 30 novembre ci sarà il parere della Commissione europea, e la scadenza di fine anno per l'approvazione della manovra è tassativa.

 
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