Roma, case inagibili e pericolanti agli sgomberati di Primavalle: rimosso il capo dipartimento

Roma, case inagibili e pericolanti agli sgomberati di Primavalle: rimosso il capo dipartimento
di Stefania Piras
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Venerdì 19 Luglio 2019, 16:30

Sessantaquattromila euro per un mese. Tanto dovrà pagare il Comune per assistere le 110 persone sgomberate dalla ex scuola di via Cardinal Capranica. I conti li ha fatti Claudio Zagari che da un anno è diventato il numero uno della Direzione Accoglienza e Inclusione. É lui che stanziato i fondi per l’emergenza abitativa scaturita dallo sgombero di Primavalle. Ed è lui che scrive nella sua determina pubblicata ieri in albo pretorio che il Comune per trovare un’alternativa alloggiativa alle famiglie sgomberate aveva individuato un immobile di sua proprietà in via Labicana.

Che però risulta inagibile e comunque non adatto a cento persone. Motivo perfetto per congedare lo scomodo dirigente del settore Patrimonio Aldo Barletta, che alla fine lascerà il Dipartimento. Mentre dalla ricognizione fatta con una precedente indagine di mercato si è deciso di attingere a strutture extra Comune. Le famiglie che occupavano in via Cardinal Capranica saranno ospiti della coop Medihospes, l’unica giudicata idonea. Gli spazi di Croce Rossa Italiana, per dire, sono stati bocciati. La giunta Raggi aveva cominciato ad organizzarsi quando la questura ha indetto lo sgombero il 10 luglio scorso. Così gli assessori Rosalba Castiglione e Laura Baldassarre, deleghe alle Politiche abitative e Politiche sociali, hanno firmato una memoria di giunta in cui parlano della necessità di una «evacuazione concordata» degli occupanti con la priorità di assistere le famiglie anche monoparentali, con minori, con disabili e anziani.

Nel censimento che si fa in questi casi per capire quante persone vivono realmente in uno stabile occupato avevano contato in tutto 199 persone di cui 47 minori e 6 anziani. Nella memoria si specifica inoltre che bisognava reperire gli immobili idonei e disponibili che sono assegnati al Servizio Sassat (Servizio di Assistenza e Sostegno Socio Alloggiativo Temporaneo) e chiedere al Dipartimento Politiche Sociali la messa a disposizione di strutture di accoglienza collettive «destinate alle persone fragili occupanti lo stabile da liberare». Come si pagano le strutture collettive? Anche questo c’è scritto nel documento della giunta. Si dice che si possono utilizzare «anche i 980 mila euro previsti dal patto per la sicurezza urbana».

Che poi è quello firmato dalla sindaca Virginia Raggi, dal presidente Nicola Zingaretti e dall’ex prefetto Paola Basilone. E quindi secondo la giunta ad aver toppato sono gli uffici delle Politiche Abitative che hanno individuato l’immobile risultato inagibile di via Labicana. Doppia vittoria secondo il Campidoglio. La prima è l’effetto balsamo politico dopo le immagini dello sgombero nell’ex scuola ma la seconda, più recondita, è il siluramento di Aldo Barletta, il dirigente ventennale delle Politiche abitative. Il suo trasferimento era nell’aria da mesi.

Come anticipato dal Messaggero, Barletta sconta il suo zelo pro sgomberi di palazzi occupati, soprattutto se sono di proprietà di Roma Capitale. E gli era capitato di scrivere e avvertire la procura e il gabinetto del sindaco di quei centri sociali che hanno l’abitudine di occupare e accumulare debiti con il Campidoglio. Una spina nel fianco, Barletta perché ha avuto l’ardire di ricordare che chi occupa abusivamente deve pagare utenze e, come minimo, non fare somministrazione di bevande e cibo senza adeguata licenza all’interno di palazzi di proprietà di Roma Capitale. Ma ora Barletta da spina nel fianco è solo un ricordo, perché è stato trasferito. Prossimo sgombero? L’immobile in via Caravaggio.

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